Avviso ai naviganti n°11- qualcosa di personale

Anche in questo caso il titolo è fuorviante: più che mai. Lo uso, per assenza di alternative valide. Perché ho qualcosa, di personale, da raccontare.

È uscito in e-book una mia <fiaba-racconto lungo>, che ho scritto per i miei primi due nipoti – un tempo era stata una fiaba per i miei figli; ma le nonne funzionano meglio, in queste cose; con maggior professionalità.

“Il Paese di Chebello” era stata, a modo suo, un fiaba ecologista ante litteram. Oggi, è scritta per la lettura da parte dei nonni e dei genitori a bambini abbastanza grandi per desiderare, ed essere avviati, a testi più lunghi della fiaba classica; per essere letti a brevi puntate; o perché bambini in prima età scolare inizino a misurarsi con la lettura autonoma.

Età consigliata: 5 – 9 anni: un’età in cui c’è ancora il bisogno-piacere di incontrare la fiaba e la magia; quando i più grandicelli desiderano ancora, magari in privato, regredire un po’; quando c’è il bisogno-desiderio di incontrare storie appena un po’ più articolate senza, per questo, abbandonare la fatina dei denti – per allontanare il sospetto, ormai una quasi certezza faticosamente negata, dell’esistenza di Babbo Natale & co.

E dopotutto, perché negarla? Magari non con il barbone bianco e la divisa della Coca Cola, ma che esista un dispensatore di “regali” ai bambini (buoni per definizione) ed esista un Piccolo Mondo (che troverete nella storia) tutto da conoscere e in grado di fare molto per loro e non solo, ci può stare.

In caso di curiosità, il link è qui :

Troverete una Fata Formica che sorveglia la caduta dei denti da latte dei bambini; una Fata Regina delle formiche e altri abitanti del Piccolo Mondo: alcuni noti (topini, insetti, farfalle ecc.) che conosciamo bene, e altri no. Troverete due bambini speciali (ma anche no), i loro amici, le mamme e, un po’ defilati, i loro papà: prima o poi, in qualche seguito, credo dovranno avere un ruolo di primo piano. Chissà.

Uscirà a breve il secondo e-book, un seguito della storia (richiesto dalla nipote maggiore e dunque obbligato) che dovrà essere dedicato, quel che è giusto è giusto, ai secondi due nipoti.

Poi: se i nipotini sono stati il detonatore, la verità vera è che mi sto divertendo alla grande. Un bel nuovo gioco, tutto per me. Nella speranza di trovare compagni con cui condividerlo.

Amazon: una scelta “pratica”. Affrontare la ricerca di una casa editrice mi avrebbe richiesto un impegno al di sopra dei miei desideri e delle mie capacità.

Non secondariamente: l’e-book è, per me, la scelta che mi permette di selezionare gli acquisti dell’insostituibile cartaceo e della insostituibile editoria. È la scelta (a questo punto costosa, ma pazienza, si fa quel che si può) che mi permette di “raddoppiare” i libri a cui tengo (troppi!) con una <copia d’uso> da avere sempre con me, da segnare, annotare, cancellare, riprendere. È la scelta che mi ha fatto ritrovare libri altrimenti perduti, irrecuperabili.

Ora, dovrò far seguire la versione cartacea – un libro per bambini non può essere fruibile, per loro, nella versione e-book. Non so per il futuro ma, oggi, vedo bambini dotati di tablet per variamente giocare ma non per leggere. E, diciamolo, la veste grafica dell’e-book lascia a desiderare, non dà il piacere del cartaceo, tanto più quando il libro prevede necessariamente illustrazioni cui, nel caso della mia fiaba, ha provveduto una cara amica, dotata di grandi capacità nel lavoro con bambini (maestra elementare e Direttrice Didattica – oggi non si chiamano più così ma io resto legata alle parole del mio tempo).

Ora, per non scivolare in chiacchiere sul mio mai realizzato desiderio di inserire nella mia libreria virtuale un’area ragazzi, chiudo qui.

Una sola aggiunta-scivolone su quest’ultimo tema, perché mi piace, e non so rinunciarvi.

Una citazione: da un romanzo da intrattenimento, l’ultimo di una serie di quattro che ho molto apprezzato – Alice Basso, “Un caso speciale per la ghostwriter” – dove si parla del personaggio di Lisbeth Salander (“Millennium“, di Stieg Larsson, evidenziando il suo debito con il personaggio di Pippi Calzelunghe:

“Le storie per ragazzi sono archetipi che non smettono mai di avere senso: anche loro crescono con noi, si rigenerano in continuazione, e poi te le ritrovi vent’anni dopo vestite da romanzi per adulti dagli stomaci forti. Ma in fondo dicono sempre la stessa cosa.”