Lilli_GruberSui servizi segreti (inglesi in particolare, mi pare, per merito di Ian Fleming) si sprecano tonnellate di narrativa, buona e meno buona, che attrae anche per la miscela, suggerita, di fantasia e sospette (desiderate, fantasticate) verità. Si dimentica che “il segreto” (ma definiamolo con un termine più acconcio e meno attrattivo, “la riservatezza”, opportuna o meno) non riguarda solo i servizi di intelligence degli stati. E si trova anche dove non ci si aspetterebbe. Nel giornalismo.