…e dunque, val la pena di rimanersene, per un qualche tempo ancora, in campagna, con Giovanni Boccaccio e in bella compagnia, a spettegolare, con la scusa di narrare novelle, quale allegra, quale triste, qual altra un poco ardita e tale da far arrossire le fanciulle del tempo (e anche no); quale densa di insegnamenti morali (si fa per dire) o, più utilmente, su storie di vita tali da renderci accorti, accrescendo la nostra esperienza sui fatti del mondo.

Cento storie, dieci al giorno, cariche di ameni pettegolezzi su fatti chiacchierati, costituiscono un bel mucchio (anche) di malignità succose, per quanto le si voglia acconciate in forma letteraria; quantomeno, costituiscono un bel malloppo di informazioni d’epoca rivelatrici su usi, costumi, credenze, stili di vita, buone azioni e comportamenti censurabili, beffe e quant’altro.