Non sto recedendo dai miei propositi ma, oggi, è giunta notizia che se ne è andato un poeta […]
Category Archive: Parliamone
È deciso. Mi prendo un periodo di ferie di, direi almeno – almeno – un paio di settimane. […]
È stato bello, per il primo giorno finalmente in zona gialla, andar per libri fuori Comune. Con aggiunto […]
Da troppi giorni trascuro queste pagine, ogni giorno nella speranza di potermici dedicare il giorno seguente. Ora, in […]
Natale imminente. Tempo di regali; e i libri interpretano una loro parte nelle scelte. Lo fanno in un […]
È dicembre, il mese che dovrà-dovrebbe essere affannato di acquisti, programmi, addobbi, e relative scatole che salgono dalle […]
Sto per ingarbugliarmi in chiacchiere su di un tema troppo vasto. Ma mi permetto una chiamata in correità […]
“La letteratura dovrebbe non solo raccontare storie ma educare al dolore, alla gioia, alle sfumature dell’amore e della […]
Ha scritto Nonna Pitilla, (qui)
“Tuttavia, l’enorme popolarità della sua eroina non impedì a Quino, nel 1973, di farla finita con la sua bambina geniale (e con la banda di personaggi che la circondava, incluso l’idealista Felipe, il suo preferito)”
E c’è molto, in questa frase. Di non detto e, temo, indicibile. O da esplorare, nell’assenza, già stata, che l’andarsene, ora, anche di Quino, ha cambiato; nell’abbandono della sua creatura, datato 1973: non un anno qualunque, ma nessun anno di quel periodo, è stato un anno qualunque, in nessun paese del mondo, mentre i due blocchi contrapposti facevano una guerra, fredda fin che si vuole ma di cui nessuno ha ancora contato, e forse mai sarà possibile contare, i morti.
“Ho fatto un sogno: ho sognato, per un attimo orrendo, di possedere un grande fusto di ferro dove porre i miei libri e dar loro fuoco…per la mia salute mentale.”
Ho scritto queste parole, quasi distrattamente, en passant, a Benny, di “Il verbo leggere”, all’interno di un commento a una sua recensione molto interessante (qui).
Tenterò di chiudere in un’atmosfera vacanziera questo agosto in cui avrei dovuto astenermi totalmente dalla scrittura su queste pagine. Vero è che non ne avevo preso impegno formale, nessuna sanzione prevista, ma a questo punto, avendo già in parte derogato, mi par giusto chiudere il mese con una chiacchierata di alleggerimento: diciamo con qualche libro da divano, meglio ancora da nanna dato che, per quanto mi riguarda, il lettino da spiaggia e l’ombrellone non sono mai stati luoghi elettivi per la lettura. Sotto l’ombrellone (che peraltro frequento poco) opto piuttosto per il giornale, la rivista; sempre ottima la Settimana Enigmistica.
La libraia virtuale chiude per ferie il mese di agosto. Salvo crisi di astinenza, proposte interessanti da altri […]
È stato dunque bello tornare in libreria. Con mascherina, e pazienza, anche se non è un disturbo da poco. Ma è stato bello. Al punto da non potermi trattenere.
Ci sono dovuta tornare e tornare – sei gite nel tempo giusto di un mese; cercando, in librerie diverse, libri che nel, nel corso di questo tempo, mi avevano richiamato; alla ricerca di cose nuove che potessero sorprendermi; alla ricerca di quel tipico venir sorpresa che il tempo dentro una libreria porta con sé.
Anche se, e lo dico con dolore, sempre più con una qualche fatica che un tempo non conoscevo; con qualche delusione per libri non trovati, per libri dichiarati, impropriamente, defunti.
Ferdinando Pessoa, “Poemi di Alberto Caeiro”. A cura di Pierluigi Raule. Testo portoghese a fronte, Edizioni La vita felice, 1999, 2007
Il custode di greggi
“Pref.
“Leggo, e sono limpido nelle mie intenzioni; ciò che c’è di febbrile nella semplice vita mi abbandona; una calma completa mi invade. Tutto il riposo della natura è con me.”