Toni Morrison, “Sula”, Frassinelli 1991

Traduzione di Antonio Bertolotti

Incipit:

“Un tempo, là dove hanno sradicato le macchie di dulcamara e i cespugli di more per far posto al «Campo da golf Città di Medallion», esisteva un quartiere. Sorgeva sulle colline sovrastanti la vallata di Medallion e si stendeva sino al fiume. Adesso lo chiamano sobborgo, ma quando ci viveva la gente di colore era detto Fondo. Lo collegava alla valle una strada, ombreggiata da faggi, querce, aceri e castagni. Oggi i faggi sono scomparsi (…). Presto smantelleranno anche il Circolo ricreativo del Dopolavoro, frequentato da uomini dalle lunghe scarpe nocciola poggiate sui pioli delle sedie. Un maglio di acciaio ridurrà in polvere il salone di bellezza di Irene, dove le donne si appisolavano col capo sulla tazza del lavello, mentre Irene le frizionava col Nu Nile. Alcuni uomini in tuta da lavoro color kaki sfodereranno le assi del Reba’s Grill, dove la padrona cucinava col cappello in testa, perché senza non ricordava gli ingredienti.”