La filosofia o l'arte di chiudere il becco alle donneFrédéric Pagès, “La filosofia, o l’arte di chiudere il becco alle donne“, il melangolo 2010

Terminato il racconto del mito di Pandora, lasciamo le donne, necessarie compagne dell’uomo, la cui bellezza nasconde “l’indole di una cagna e il temperamento di un ladro” e ci spostiamo, nel tempo, ad una modernità nella quale, pur se il mito sopravvive, la posizione della donna nella società occidentale si vuole sia, almeno sul piano del diritto, risolta nel migliore dei modi.

Se volessimo prescindere dall’effettivo godimento, nelle loro vite concrete, dei diritti di cui le donne sono titolari al pari degli uomini, sarebbe difficile comprendere come il mito oggi sopravviva e trovi ancora ascolto; persino <dalla parte delle donne> che sentono, credo, in questa sopravvivenza del mito, una qualche conferma del disagio esistenziale che vivono, acuito da una strana difficoltà nel poterlo dimostrare, finanche ai loro stessi occhi.

Pandora, la prima donnaJean-Pierre Vernant, “Pandora, la prima donna”, Einaudi 2008

Un libriccino, cinquanta pagine, arricchite da bei disegni, che si leggono tuttavia in un tempo meno breve di quanto la dimensione potrebbe far pensare; pagine scorrevoli, una lettura piacevole, che porta a fermarsi, a sorridere, a distrarsi nel pensiero delle conseguenze, a sogghignare e, perché no, tirare dei bei sospiri mentre si affastellano alla mente i molti significati e le infinite implicazioni, non banali, di una storiella amena, o che tale potrebbe sembrare ma non è. Non per nulla, da quasi tremila anni viene ripresa, e ripensata, e conserva un senso, e anche qualcosa, anzi molto, di più.