Thomas Mann, “La montagna incantata”, Corbaccio 2011
Avevo anticipato questa rilettura in corso più di un mese fa. (qui: per una breve sinossi).
Ora, lungi da me l’idea, non osabile, di una recensione di questo capolavoro, e invece il desiderio di raccontare sprazzi di un’esperienza di lettura; unica, frutto, certo, di un “incantesimo” che l’autore ha operato: su di me. Su di sé? Per fuggire il mondo che, dopo la tragedia della Grande Guerra, vedeva evolvere in pazzia una pace mai stata.