L’estate è finita. Si ritorna a casa.

Da mesi mi trovo spesso, felicemente, lontana da casa, salvo sporadici rientri; ed è ora il tempo del ritorno, del riprendere una vita regolare, magari non troppo a lungo; e di ripensare scelte e proposte di lettura che, nell’immaginario, rispondano ad un “discorso” che presenti una certa coerenza, pur senza esagerare. Ho voglia di approntare una qualche forma, anche, di studio, un dove mettere la testa a dipanare qualche gomitolo dopo aver giocato, lungo tutta un’estate, ad aggrovigliarli, a mischiare colori, come un gatto nel cestino delle lane.

Michele Rech, nato ad Arezzo il 12 dicembre 1983, nome d’arte Zerocalcare, è un giovane autore il cui grande futuro dovrà attendere per essere raccontato: di lui appaiono già oggi con forza le opere, pur essendo – leggo su di lui – uno di carattere riservato, che pare ami farsi i fatti propri.  Di lui, leggo ancora che conduce uno stile di vita senza alcool, droghe e tabacco e almeno tendenzialmente opta per un’alimentazione vegetariana, o vegana, non so, e cose così. Niente di che, se non un qualche apprezzamento per la prima parte delle sue scelte.

Dino Buzzati
Dino Buzzati

Mi trovo reduce, dopo la rilettura di Calvino, da una lettura veloce, che ora dovrò ripetere, di un curioso fantasy italiano di Roberto Recchioni: «YA. La battaglia di Campocarne», Mondadori 2015. L’autore è un noto fumettista, disegnatore, sceneggiatore, autore di Graphic Novel, se non mi sbaglio al suo primo romanzo; e dunque al suo primo approccio ad una scrittura che, facendo tesoro, nel suo caso,  dei canoni della graphic novel, si sostiene tuttavia unicamente sul testo.

Il romanzo appartiene a un genere che si colloca quale trait d’union tra la narrativa tradizionale e quella che Umberto Eco ha chiamato narrazione verbo-visiva (definendo narratore verbo-visivo Hugo Pratt) e che Marcello Jori fa risalire, come genere, al «Poema a fumetti» di Dino Buzzati, il big Bang del romanzo verbo-visivo” la cui “scrittura disegnata richiede un nuovo lettore vedente[i].