Ingeborg Bachmann
Ingeborg Bachmann

Parlare delle opere di Ingeborg Bachmann è arduo se non si è messa a fuoco una storia, un contesto di vita di questa grande scrittrice.

Ma come – mi dico da sola – non basta la sua scrittura a giustificarla?

E mi rispondo, devo rispondermi, che la sua scrittura si giustifica da sé, qualunque sia stata la sua vita, eppure: qualcuno potrebbe immaginare Virginia Woolf senza il Gruppo di Bloomsbury? La vita, per alcune autrici, è un <luogo> della loro arte – ecco, credo valga, in modo particolare, se non solo, per le donne. Dovrei pensarci meglio, ma mi pare sia davvero così. È qualcosa che ha che fare con la loro posizione nella società, con il loro essere ingabbiate in ruoli e status assegnati, per i quali la donna e l’artista, nella stessa persona, richiedono una forma di rottura con il contesto di vita. Qualcosa del genere.

bibliotoca casaFine e inizio anno con molte letture, soprattutto con belle riletture. Inizio anno anche, come accade sempre, con la voglia, il bisogno, un po’ confuso, di cambiare qualcosa, di rinnovare qualcosa.

Per me, in questo momento, bisogno totalmente ingiustificato, poiché sono reduce da alcuni mesi travolti da una ristrutturazione di casa, vecchie tubature e affini, il che giustifica, dovrebbe giustificare, il desiderio di dire adesso basta cambiamenti, voglio star tranquilla.

Non so se è chiara l’implicazione di questa cosa, e come a suo modo abbia a che fare con queste pagine e queste chiacchierate: per un periodo di oltre tre mesi, tutti i miei libri, salvo un consistente mucchietto messo in salvo per rimanere a mia disposizione, sono finiti in un triste e oscuro deposito, con mobili, guardaroba, suppellettili, cianfrusaglie e tutto ciò che riempie una casa.