Le letture lasciate, interrotte. Le letture conosciute, ora o in un altro tempo, e non amate; o non più.

Parlano, a chi legge e di chi legge. Non solo, o tanto, per ciò che il libro narra, lungo i suoi diversi sentieri.  È ancora, ne avevamo parlato, “la struttura che connette” (qui)

Poi ci sono i libri che ci deludono. Profondamente. Scritti da quell’autore che adoravamo e che non è detto possa ottenere da noi un’altra possibilità. Quasi un’offesa personale.

Terry Pratchett, “L’arte della magia”, Salani editore 2016

Raffaele Simone, “La mente al punto Dialogo sul tempo e il pensiero”, Laterza 2002

Zerocalcare, “Kobane calling”, BAO publishing 2016

Estate. Tempo di vacanza o, quantomeno, tempo in cui è bene e salutare sentirsi in vacanza: un particolare modo di comportarsi “come se”. Al bisogno, l‘ho sempre trovato molto utile.

Ci sono i giorni in cui ci si trova a godere, senza averlo programmato, di letture multiple, e molto diverse tra loro. Avviene, quando il nostro tempo è segnato da impegni frazionati nella giornata, ad ognuno dei quali corrisponde, potendo godere di un qualche momento di sosta, una diversa lettura che ci accompagni.