Il mio tempo di lettrice sembra tornare al suo giusto ritmo, e sono reduce da un giro in libreria. Relativamente breve, per la verità, ma fruttuoso, per una qualità inattesa degli acquisti – scarsi ma entusiasmanti: per me, e per motivi personali. E perché considero questa breve gita solo un aperitivo, cui programmo di far seguire un pasto luculliano.

Sono rientrata a casa con soli due libri tra le mani, non c’era tempo per una sosta più lunga (e, per la verità, c’era anche un’intenzione, per quanto vaga, di contenere la spesa).

luther-blissett-immagine“Tra le figure dell’affresco, io rimango nello sfondo”
(Luther Blissett, Q, Einaudi 1999)

Se l’autore è “nessuno”: “Che fare?”, dove gli echi del titolo possono essere evocativi, ognuno scelga come vuole.

Si parte da un nome: Luther Blissett: ignorando il calciatore, deludente cannoniere del Milan dei tempi andati, resta un nome, a rappresentare un collettivo di cui ci si può, oggi, legittimamente chiedere: c’è veramente stato?

La risposta è: certo, sì. Lo documenta, non fosse altro, un libro quale “Q”. Lo documentano una serie di “azioni” che, al tempo – tra il 1994 e il 1999 – hanno portato alla ribalta della cronaca un nome, e nulla più, quale autore di burle molto particolari, potremmo chiamarle “azioni politiche”, a carattere di beffe feroci, aventi quale obiettivo il sistema dei media. Peraltro, andate perfettamente a segno. Un percorso che, oggi, nella realtà dei social, e dei mutamenti che questi hanno portato nella relazione delle persone con la stampa quotidiana e periodica, assume un nuovo interesse; apre altre domande.

PraderadegoCaldo afoso e gita in libreria. Una sola libreria visitata, “Canova”, dopodiché il sole a picco ha consigliato il rientro a casa. Tuttavia, una gita abbastanza soddisfacente. Due libri. Un terzo lo dovrò ordinare perché, datato due anni fa, ovviamente non è più reperibile (quanto mi fa arrabbiare questa cosa!). Comprendo bene il problema, facciamo il gioco delle frasi fatte e diciamo che “lo spazio è tiranno”. Diciamo anche che, come tutte le frasi fatte, anche questa esprime, al fondo, una verità e una sciocchezza congiunte: lo spazio è, per definizione, insieme al tempo, il luogo della libertà: dipende da come si sceglie di utilizzarlo. Sono in ogni modo costretta a riflettere, a mio scorno, sulla mia pretesa di trovare una libreria che si faccia carico di tenere i libri che <io> scelgo, disponibili quando <io> li voglio, il che peraltro non corrisponde quasi mai a quando vengono editati dato che, rispetto alla nuova uscita, sto comunque leggendo qualcos’altro e ho in corso il mio arretrato di letture desiderate. Lasciamo perdere. Onore al libraio, che lo merita. Mestiere difficile.