Ho sul tavolo un pacchetto di letture prossime venture, di cui per ora ci sarà solo un’immagine. Niente […]
Alberto Negri
Sono trascorsi cinque anni da quando – era il mese di maggio del 2017 – ho letto, e provato a restituire, questo bellissimo libro. Un tentativo povero, inevitabilmente.
Impossibile non ripensarlo ora, tuttavia, mentre Aleppo – e la sua e nostra storia – è ancora sotto nuove macerie. La cittadella – memoria comune – è circondata da macerie, è macerie essa stessa.
Le guerre continuano. Fratricide, come ogni guerra. Suicidarie.
Mi pare di doverlo riproporre, come sta, senza rivisitazioni.
∞
Alberto Negri, “Il musulmano errante. Storia degli alauiti e dei misteri del Medio Oriente”. Rosenberg & Sellier 2017
Non riuscirò, neppure ci provo, a dare una restituzione di questo libro, carico di conoscenza, di amore e poesia, perché le molte cose che narra, le storie, le vite, si muovono e si intersecano, danzano, dentro una bellezza, dentro sogni, dentro desideri millenari, che nel tempo si occultano, ritornano, tessono percorsi, di relazioni, di interessi e di spiritualità: un amalgama, capace di impazzire, ma anche di integrare saperi e sensibilità che non possono evitare il reciproco riconoscimento.
“Un pensiero mi ha sorpreso, inatteso; un pensiero strano. Questo: forse, leggo troppo. Troppi libri, intendo. E il troppo impedisce il trattenere, e – non so.”
Avevo scritto questo, era il 23 novembre scorso, in un post (qui). Qualche riflessione un po’ a casaccio, forse un pensiero non ancora giunto a maturazione.
In un bel sabato mattina di sole, dà piacere il gironzolare per le strade del centro e fermarsi a librerie, senza fretta o quasi. Indipendentemente dal bottino che, nell’occasione, è stato contenuto, senza grandi sorprese, se non per un piccolo libro fresco di stampa.
“Favole fuorilegge”, di Nicolai Lilin, Einaudi 2017. Titolo accattivante, una copertina con un disegno bello e curioso (sembrerebbe una Madonna, agghindata in modo orientaleggiante. Eppure: braccia incrociate, con due pistole in mano? È davvero così! Fashion design!).