È stato dunque bello tornare in libreria. Con mascherina, e pazienza, anche se non è un disturbo da poco. Ma è stato bello. Al punto da non potermi trattenere.

Ci sono dovuta tornare e tornare – sei gite nel tempo giusto di un mese; cercando, in librerie diverse, libri che nel, nel corso di questo tempo, mi avevano richiamato; alla ricerca di cose nuove che potessero sorprendermi; alla ricerca di quel tipico venir sorpresa che il tempo dentro una libreria porta con sé.

Anche se, e lo dico con dolore, sempre più con una qualche fatica che un tempo non conoscevo; con qualche delusione per libri non trovati, per libri dichiarati, impropriamente, defunti.

Una stanza tutta per séCi si avvia a fine anno, questo mese di dicembre trascorrerà veloce e sarebbe quasi ora di riflettere su questa scrittura. Ci penserò con il nuovo anno e magari sarebbe bello che qualcuno lo facesse con me.

Ma vorrei cominciare, magari un po’ a casaccio, come è uso in questo spazio, a condividere qualche inizio di pensiero, sperando ne esca qualcosa che possa suscitare anche l’interesse di chi legge.

Una stanza tutta per gli altriAlicia Giménez-Bartlett, “Una stanza tutta per gli altri”, Sellerio 2006

Alicia Giménez-Bartlett, interpreta e documenta in questo ‘romanzo‘ la storia di vita di Nelly Boxall, domestica per più di vent’anni nella casa di Leonard e Virginia Woolf. E, attraverso Nelly, ci fornisce un punto di vista non celebrativo sulla vita e sulla personalità della Woolf e sul mondo delle sue relazioni, il cosiddetto gruppo di Bloomsbury.

Il libro si sviluppa provenendo dalla voce diretta di Nelly, di cui l’autrice finge (in modo documentato) ci sia pervenuto un diario regolarmente tenuto negli anni in cui è stata al servizio dei Woolf.