Maya Angelou, “Io so perché canta l’uccello in gabbia”, Neri Pozza Editore 2015.

Maya Angelou nel 1993Va innanzitutto detto, di questo libro, che cattura il lettore, che si fa leggere tutto d’un fiato. Al di là del suo valore letterario, comunque indubbio, è stato, nel 1969, il primo libro pubblicato da una donna afroamericana ed è un libro che si legge con partecipazione e che, se ce ne fosse bisogno, ricorda un ieri che non è, a tutt’oggi, sufficientemente sepolto.

Si tratta di una narrazione autobiografica caratterizzata da una grande freschezza di linguaggio, che comunica, con la fatica, la rabbia, l’orgoglio per la propria appartenenza, una grande carica di speranza e determinazione; comunica tutta la forza che farà di Maya Angelou la grande attivista dei diritti civili, la donna che, attraverso mille mestieri e mille esperienze, sarà una voce importante dell’America impegnata a superare – tuttora – una cultura razzista profondamente radicata e, all’apparenza, inestirpabile. Fa questo, a partire dall’esperienza di una bambina, poi ragazza, cresciuta in una realtà di segregazione razziale estrema, supportata da una grande capacità di passione e da una grande fantasia, che le consentirà di trasfigurare la fatica di esperienze devastanti.

Topazia Alliata e Fosco MarainiDa un po’ di tempo le mie letture sono, per lo più, riletture; non so il perché, a meno di banalizzare dicendo che non trovo libri che soddisfino il mio bisogno del momento. Anche di questo si tratta, in parte, ma soprattutto del fatto che, a tratti, si ha voglia di sicurezza, di potersi riposare con un libro che si conosce, che non si leggeva da molto tempo e che, dunque, ci darà sicuramente un piacere senza sorprese, con il vantaggio di poterlo leggere con nuovi occhi.

Così, sto leggendo, a pezzi, ora questo ora quello, “L’anello di Re Salomone” di Konrad Lorenz (per chi non lo avesse letto, una compagnia meravigliosa); poi, pezzi di “Armi acciaio e malattie” di Jared Diamond. E ieri ho acquistato un Jared Diamond non ancora letto, “Il mondo fino a ieri” sottotitolo “Cosa possiamo imparare dalle società tradizionali”. Anche se, da questo libro, mi aspetto un ripasso di cose già lette di questo scrittore, che tuttavia amo molto, rimanendo sempre disponibile a riascoltarlo.