millenniumVorrei riprendere un discorso iniziato con il passaggio al nuovo anno (qui e qui). Un qualche tipo di bilancio, da riguardare un po’ per scherzo e un po’ in tutta serietà; da costruire secondo il noto metodo: prima si fanno cose, poi si osserva cosa si è fatto, poi si afferma che la risultante era proprio ciò che intendevamo ottenere.

È un modo che ci sta, nella natura di questo luogo – una libreria unicamente virtuale, dove nulla c’è di concreto – che, di partenza, poggia certamente su di un progetto, su di un catalogo di massima ragionato, che tuttavia, nel tempo, è cambiato, come avviene per ogni cosa a questo mondo, deviando lungo sentieri inattesi, o percorsi diversi in cui ognuno di noi si imbatte: libro chiama libro, pensiero chiama pensiero; per coerenza, per opposizione, per una qualità che viene trovata là dove non si era inizialmente interessati a guardare; per caso, certo, anche per caso.

Primo Levi, “La chiave a stella”, Einaudi 2006

primo-levi-la-chiave-a-stellaDopo una riflessione sul tema della buona salute o meno della nostra lingua italiana, del suo supposto decadere, del confine incerto che intercorre tra il suo impoverimento, e non invece, o anche, il suo svilupparsi, cambiare, materia vivente che si adatta al tempo e ai bisogni diversi dei parlanti; dopo questo, è stato quasi inevitabile ritrovarmi tra le mani il Primo Levi di “La chiave a stella”.