Leggere, scrivere, far di conto. Di quali altri strumenti abbiamo bisogno, in effetti, per condurre la nostra vita? Estendiamoli pure ma, all’osso, di questo si tratta: di saper prendere in noi, ascoltando, leggendo, le vite degli altri, le conoscenze, il pensiero, il “mondo” in cui ci troviamo “gettati”, nel quale, scambiando relazioni, costruiamo il nostro essere un discorso: che è tutto ciò che siamo, tutto ciò che esiste alla voce “Io”. E non è poco.

L’altra faccia di questa costruzione ci chiede di restituire ciò che abbiamo raccolto, nella relazione agli altri, pena la caduta del discorso che ognuno di noi è. Ascoltare e parlare, dunque, leggere e scrivere, condividendo uno sguardo che si va costruendo e, insieme, costruisce il significato di quell’<altro da noi>, fuori di noi, di cui siamo parte: il mondo, la realtà fattuale che, abitandola, trasformiamo, che condividiamo nella corresponsabilità, di ognuno per e con tutti.

Se una notte d'inverno un viaggiatoreItalo Calvino, «Se una notte d’inverno un viaggiatore», Einaudi 1979

Terminato questo libro, la voglia di provare, solo provare, a descriverne l’esperienza di lettura è qualcosa che disarticola il pensiero, tra un senso di urgenza (è bellissimo!) e il timore che invita a ritrarsi dal tentativo.

Un libro importante, questo. Un struttura narrativa che ha fatto la storia della letteratura italiana; che Calvino ha scritto sapendo bene ciò che si accingeva a fare – e chissà, anche lui preso tra urgenza e timore. Osando e divertendosi, emozionandosi, interrogandosi, affaticandosi. Senza allentare il controllo sul testo.

Se una notte d'inverno un viaggiatore 2ad acquistare QUEL libro, proprio quello, fresco di stampa, del TUO autore. Proprio lui.

Italo Calvino, «Se una notte d’inverno un viaggiatore», Einaudi 1979, pag. 5 – 6:

«Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando di intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, I Libri Fatti Per Altri Usi Che la Lettura, I Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu.

Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio dove fanno resistenza