Che dire. Sono partita, armata delle più buone intenzioni, per una gita a librerie. A proposito: ho mai detto che abito a Treviso? Giusto per collocare le librerie, per chi ci abiti o chi le conosca.
Innanzitutto, volevo fare una discreta sosta alla Libreria Santi Quaranta: chiusa per ferie fino a fine mese. Grande delusione ma, a pochi passi, c’è la libreria Feltrinelli. Vado. Ne esco, poco dopo, irritata e senza acquisti. Possiamo dire che non è colpa della libreria? Che la colpa è delle mie idiosincrasie? In parte, solo in parte. Ma sono disposta a discuterne. E questo può essere il luogo giusto per farlo.
Ammetto una mia fissazione peculiare. Mi piace che i libri, negli scaffali, siano ordinati primariamente per casa editrice, oltre che per argomento e autore in ordine alfabetico. Se la libreria non è organizzata in questo modo, mi irrito. E mi spiego, o almeno cerco di farlo.
Cosa va a fare in libreria un lettore? Secondo me va, certo, a cercare il libro di cui ha già deciso l’acquisto ma, per lo più, va a occupare del tempo in cui cercare e trovare letture inattese. Va a fare scorta. Va a giocare a farsi venire pensieri e interessi e idee. Magari a farsi consigliare.
L’argomento principale contro l’ordine per argomento e ordine alfabetico, senza distinzione tra case editrici, che caratterizza la libreria Feltrinelli e molte altre, sta dunque nella domanda: come si fa a scegliere un libro se gli scaffali sono ordinati solo per argomento? Difficile, se non sai già cosa vuoi. E devi aver anche già scelto l’autore che vuoi. A meno di non leggersi tutti i titoli di una libreria ad uno ad uno, cianfrusaglie comprese.
Diciamocelo chiaro: se so già cosa voglio, e voglio proprio quello e solo quello, e non intendo acquistare altro, è molto facile che io ordini il libro online. Forse mi costerà meno, arriverà rapidamente, tenendo conto che l’ordine può partire nel momento esatto – magari a mezzanotte e oltre – in cui sorge il desiderio-decisione di acquisto. Dunque, se anche ci vorrà qualche giorno per vederlo arrivare, sarà un tempo minore di quello necessario ad andare in libreria (oggi è domenica, domani non ho tempo, andrò dopodomani, ma forse non potrò: avete presente?) dove, con una certa probabilità, non troverò il libro e dovrò aspettare o meglio dire grazie lo stesso, lo ordino da me e, come nel gioco dell’oca tornare alla casella di partenza e ordinare online.
Certo, ci sono i banchetti delle novità: e chi ha detto che la mia ricerca mi porterebbe alle cosiddette novità? Quelle, è probabile rientrino nella categoria ’libro che ho già deciso di acquistare’. Perché? Per il fatto che i banchetti delle novità contengono solitamente le più reclamizzate, dai giornali, dalle varie trasmissioni televisive, dalla pubblicità. Contengono i libri di cui sono già informata senza bisogno di andare in libreria.
Certo, le ragioni del libraio ci sono tutte: i libri che vendono molto sono questi ultimi, e il libraio deve vendere. Dunque sono i più esposti. E tuttavia c’è un ma: questi sono i libri che vengono acquistati, non solo ma soprattutto, dalle persone che leggono qualche libro all’anno e che, secondo me, molte volte neppure leggono il libro che acquistano (non ci posso credere che davvero tutti quelli che li acquistano leggano i libri di Bruno Vespa: ma infatti è un po’ che non mi giunge notizia di nuove uscite). Mi sbaglio? Possibile.
Ma: e i lettori forti, quelli che in libreria ci vanno un paio di volte al mese e ne escono con un malloppo di almeno quattro o cinque libri: sono pochi? Ma acquistano molto e sono quei tali che ci tengono all’esistenza delle librerie, che non tradiranno per l’online, spesso pur apprezzandone alcuni aspetti (ne ho scritto in un vecchio Parliamone).
Mi si dirà: il problema della ricerca sussiste anche se gli scaffali verranno ordinati per Casa Editrice. Anzi: è probabile che, nella tua ricerca, tu sia orientata per argomento.
Eh no! Rispondo (ma è possibile che stia qui l’aspetto idiosincratico del mio punto di vista). Se io cerco cose da leggere, così, senza premeditare cosa acquisterò, pur essendo magari interessata a un argomento, dovrò pure avere un filo conduttore nella ricerca. E il filo conduttore migliore è dato dalla casa editrice. Perché ci sono molti modi di trattare un argomento e la casa editrice costituisce un forte orientamento, fonte di certezze sul tipo di opera proposta e sulla qualità.
Ci sono poi le piccole piccolissime case editrici, ce ne sono di molto interessanti, che pubblicano cose che mai finiranno sui tavolini delle novità: le troverò solamente se ci sarà uno scaffale riservato loro, magari uno piccolo. Tra parentesi: il fatto che alcune di tali case editrici (certo non tutte, magari neanche molte) siano presenti mi dice molto sul libraio e anche questo orienta la mia scelta (della libreria).
Ritorniamo alla libreria Feltrinelli: dopo aver chiesto e non aver trovato il libro che cercavo (chiedendo ovviamente al gentilissimo commesso), ho chiesto dove avrei trovato Adelphi e ne ho ricevuto come risposta: “certo, signora, li trova facilmente: li può cercare per argomento e li troverà nei relativi scaffali”.
Di fronte al compito di passarmi tutta ma proprio tutta la libreria, mi sono guardata intorno sperduta, ho dato un’occhiata ai banchetti delle novità, ho visto una marea di cose non di mio interesse e sono uscita a mani vuote.
Così, sono velocemente andata alla Libreria Canova, e tutto è andato bene. Avevano il libro che cercavo, c’erano anche gli scaffali riservati dell’editore Adelphi. Ma per quel giorno, la magia (e il tempo) erano finiti. Ho fatto il mio acquisto e sono uscita. Ci sarà un’altra gita a librerie, di cui racconterò. Alla prossima.