Paolo Cognetti, 2010 Da: Wikipedia

Libri di scorta. Occorrono. Sempre, ma particolarmente d’estate. Dove, con il termine “scorta” si intende una selezione di libri buoni per momenti e contesti diversi mentre quel <tempo altro> che è, dovrebbe essere, la “vacanza” – l’interruzione di qualcosa e una forma particolare di assenza da un dove – avviene invece che sia una diversa immersione nella nostra normalissima permanenza.

L’equivoco è di programma. E può persino funzionare: essere funzionale ad una aspettativa di benessere ritrovato, tanto più se impossibile.

Sia come sia, chi è lettore non rinuncerà a raccogliere la propria personale dotazione, la scorta di libri per un tempo diverso, scegliendo una varietà, dal tomo di un chilo e duemila pagine fino al libriccino, chiamato romanzo, di centodieci pagine compresi Titoli, Indice, e pagine bianche.

A pesca nelle pozze più profonde, Paolo CognettiPaolo Cognetti, “A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull’arte di scrivere racconti”, Minimum Fax 2014.

 

Mio marito mi regalò una scopa per Natale. Nessuno può convincermi che fosse un pensiero gentile.” (Grace Paley, “Un interesse nella vita”, in “Piccoli contrattempi del vivere”).

Di mattina lei mi versa il whisky sulla pancia e se lo lecca tutto, di pomeriggio cerca di buttarsi dalla finestra.” (R. Carver, “Gazebo”, in Principianti)

In autunno c’era ancora la guerra, però noi non ci andavamo più” (E. Hemingway, “In un altro paese”, in: “I quarantanove racconti”).