Si è suicidato il Che
Petros Markaris, “Si è suicidato il Che”, Bompiani 2006

Agosto: C’è un genere di libri la cui lettura è, per me, tutt’uno con il concetto di ferie che il nostro immaginario collettivo culla nel proprio intimo. E in nome dei vecchi tempi – quando esistevano i lavoratori dipendenti, le aziende, di concerto, chiudevano tutte in sincrono, e tutta l’Italia andava in ferie (immaginario collettivo, appunto) – desidero dedicar loro questo mese. A voi scegliere qualcosa da leggere, se vi va.

Vorrei occuparmi dei noir seriali, di quelle storie che rappresentano per il lettore una fonte certa di rassicurazione e riposo, regalando l’accesso a mondi che, se pur di fantasia, fanno parte di un universo di significati noto, basati su trame che rispondono a regole precise e su un protagonista fisso da seguire nelle sue investigazioni di libro in libro (oppure nella sua attività criminale, come possibilità, Arsenio Lupin è sempre godibile).

Una stanza tutta per séCi si avvia a fine anno, questo mese di dicembre trascorrerà veloce e sarebbe quasi ora di riflettere su questa scrittura. Ci penserò con il nuovo anno e magari sarebbe bello che qualcuno lo facesse con me.

Ma vorrei cominciare, magari un po’ a casaccio, come è uso in questo spazio, a condividere qualche inizio di pensiero, sperando ne esca qualcosa che possa suscitare anche l’interesse di chi legge.

Una stanza tutta per gli altriAlicia Giménez-Bartlett, “Una stanza tutta per gli altri”, Sellerio 2006

Alicia Giménez-Bartlett, interpreta e documenta in questo ‘romanzo‘ la storia di vita di Nelly Boxall, domestica per più di vent’anni nella casa di Leonard e Virginia Woolf. E, attraverso Nelly, ci fornisce un punto di vista non celebrativo sulla vita e sulla personalità della Woolf e sul mondo delle sue relazioni, il cosiddetto gruppo di Bloomsbury.

Il libro si sviluppa provenendo dalla voce diretta di Nelly, di cui l’autrice finge (in modo documentato) ci sia pervenuto un diario regolarmente tenuto negli anni in cui è stata al servizio dei Woolf.

J. Mainard Keynes. Speranze tradite 1883 - 1920Ho infine ho compiuto la mia gita in libreria in modo soddisfacente. Si trattava di scegliere una libreria, se vogliamo definirla così, di nicchia, pregevole: Editrice SS Quaranta di Treviso. Ne ho ricavato un bottino originale. Val la pena di farne la storia, partendo da una premessa: questa libreria tiene anche vecchie scelte edizioni di libri che non si trovano più, o si trovano con difficoltà, o sono edizioni fuori commercio.

Entro nella libreria, che è molto piccola, per cui si incontra immediatamente il banchetto dei libri: e infatti l’occhio trova subito un bel volumone, Bollati Boringhieri, 500 pagine, sovracopertina bianca, titolo “John Maynard Keynes. Speranze tradite. 1883 – 1920” di Robert Skidelsky. E in questi giorni io sto leggendo, di Keynes,Il grande crollo”: lettura pomeridiana, di grande soddisfazione.

La natura diacronica della coscienzaNell’ultima settimana ho fatto una (falsa) partenza verso una attesa gita in libreria: programmato un tempo idoneo e partita, ne sono tornata delusa, con due soli libri in mano: un romanzo dal titolo accattivante “Svegliamoci pure ma a un’ora decente”, di Joshua Ferris (giovane autore a me sconosciuto), editore Neri Pozza, e un libriccino “La natura diacronica della coscienza” di Julian Jaynes: un piccolo Adelphi di colore blu, un trentina di pagine.

Il romanzo mi era parso corrispondere alla mia idea di leggerezza e qualità; la quarta di copertina confermava positivi, anzi entusiastici, giudizi.