J.R.R. Tolkien, “Il Signore degli anelli. Parte I. La compagnia dell’anello”, Bompiani 2019

Prefazione di J.R.R. Tolkien. Traduzione di Ottavio Fatica

 

Lettura senza sosta di un libro a lungo atteso: la nuova traduzione, di Ottavio Fatica, del capolavoro di Tolkien: per ora, della sua Prima Parte.

Ora – dopo una lettura segnata dall’ingordigia e, sicuramente, dalla difficoltà che sorge “tradendo” un vecchio amore (inevitabili, dovuti e “colpevoli” i confronti!) provo a restituire alcune impressioni, da lettrice.

John Ronald Reuel Tolkien

È in corso la nuova traduzione italiana, affidata a Ottavio Fatica, di “Il Signore degli anelli”. La notizia è stata data anche dalla stampa quotidiana – “Robinson” di “Repubblica” del 29 aprile scorso ha riproposto una parte dell’intervista rilasciata a Loredana Lipperini dal noto traduttore e pubblicata integralmente sul sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (qui)

il signore degli anelliQuesta chiacchierata non può che titolarsi così: “Intermezzo”. Perché i giorni della mia ultima settimana, dal punto di vista della lettura, sono stati particolari. E qui, ora, non posso far altro che raccontare e trarne qualcosa.

Dunque. Stavo terminando la lettura di “Sul Grappa dopo la vittoria”, libro che mi aveva entusiasmato fin dalle prime pagine, quando ancora non mi aspettavo quello che ho poi incontrato, la “potenza” delle pagine centrali, quello sguardo senza difesa sulla montagna devastata, sui morti, sull’abbandono e l’orrore. Lo ripeto: un grande libro, di cui solo dopo averlo terminato mi sono resa conto che la voce narrante non era quella di un anziano reduce (“Sono venuto al mondo il 13 luglio 1908”) ma la creazione, forse la restituzione, da parte di una voce che appartiene alla generazione dei pronipoti. Grande.