Ramallah
Ramallah, Territorio palestinese. Foto scattata da Fabiana Filippi

Mancano tre giorni a Natale e ci si avvia al 2015. Questo blog sta per compiere un anno di vita: è il momento buono per un piccolo bilancio.

Ricordo che questo spazio si è avviato a partire dalla dichiarazione: “Questa è una libreria”. Vuol dunque essere un luogo nel quale, pur mancando, fisicamente, i libri, c’è la ricerca e la passione del leggere, e dove qualcuno – vale a dire io, che gioco a fare la libraia – descrive un libro, lo propone, sulla sola base del fatto che ha trovato quel libro davvero imperdibile. O anche no, ma è davvero raro e mai definitivo, credo.
Poi, per l’acquisto del libro, fisico, in forma di e-book, a scelta di ognuno, non c’è problema: tutti ci recheremo alla nostra libreria, oppure cliccheremo su un tasto, o andremo in biblioteca a procurarcelo, separando i due momenti: quello della chiacchierata con la libraia e quello del ritornare a casa con dei libri in mano pregustandone la lettura.

L'inventore di sogniSto finendo la mia riserva di libri. In corso di lettura: Rumore Bianco, di Don De Lillo (è un libro da leggere con calma, da leggere nei dettagli. Mi sta piacendo molto, credo). A margine, la piacevole lettura di un piccolo libro di Ian McEwan: “L’inventore di sogni”. Ve lo descrivo, in breve, così potrete decidere di leggerlo (se non l’avete già fatto).

Peter, il protagonista, passa per essere un bambino difficile. Ciò è dovuto alla sua abitudine di starsene in silenzio per i fatti propri. Questo comportamento causa preoccupazione negli adulti, privati della possibilità di sapere cosa lui stia pensando, e dunque in crisi per deficit di controllo.

Peter è impegnatissimo a sognare ad occhi aperti; sogna strane avventure che, in seguito, scopre di aver vissute in un tempo che non c’è stato, ma che non saranno state per questo meno reali.

Mine.Haha, ovvero Dell'educazione fisica delle fanciulleUn mese di libri e di pensieri diversi. Un po’ di resoconto. Qualche chiacchiera.

Ho letto “Mine-Haha ovvero Dell’educazione fisica delle fanciulle”, di Franz Wedekind

Provo molta incertezza nei riguardi di questo autore, che non avevo mai letto; e del suo racconto, che mi ha comunque affascinato. Il perché non saprei esprimerlo.

Ho già detto che lo devo rileggere. Poi c’è tutto da capire. C’è Wedekind, personaggio anomalo, posso dire così? Di cui risulta difficile anche una biografia, anche limitandosi ai fatti della sua vita. Appartiene al linguaggio del teatro, anche se quest’opera è un racconto, meglio forse uno spezzone di qualcosa.

Sto affastellando letture diverse. Nell’ultimo mese ho letto “Le ore” di Michael Cunningham, (il titolo ripete quello che era stato il titolo provvisorio del romanzo La signora Dalloway, di Virginia Woolf, al quale vuol essere un omaggio); e ho letto “I cani e i Lupi” di Irene Nemirovsky: di questi due libri forse scriverò.