Piccolo bilancio e piccoli propositi per il nuovo anno

Ramallah
Ramallah, Territorio palestinese. Foto scattata da Fabiana Filippi

Mancano tre giorni a Natale e ci si avvia al 2015. Questo blog sta per compiere un anno di vita: è il momento buono per un piccolo bilancio.

Ricordo che questo spazio si è avviato a partire dalla dichiarazione: “Questa è una libreria”. Vuol dunque essere un luogo nel quale, pur mancando, fisicamente, i libri, c’è la ricerca e la passione del leggere, e dove qualcuno – vale a dire io, che gioco a fare la libraia – descrive un libro, lo propone, sulla sola base del fatto che ha trovato quel libro davvero imperdibile. O anche no, ma è davvero raro e mai definitivo, credo.
Poi, per l’acquisto del libro, fisico, in forma di e-book, a scelta di ognuno, non c’è problema: tutti ci recheremo alla nostra libreria, oppure cliccheremo su un tasto, o andremo in biblioteca a procurarcelo, separando i due momenti: quello della chiacchierata con la libraia e quello del ritornare a casa con dei libri in mano pregustandone la lettura.

Teniamo anche conto del fatto che questa libreria, a differenza di una in muratura, e a differenza anche di una on line, può proporre libri che, fuori commercio, difficili da trovare, si possono sempre trovare in biblioteca.

Ancora, in termini di bilanci, c’è la valutazione sui contenuti: questa spetta a voi ma, per la parte che riguarda me, sta nelle cose il non essere del tutto soddisfatta del mio lavoro. Vorrei altro e di più, anche se confesso una certa soddisfazione di risultato: dalla partenza zero, il blog dovrebbe raggiungere, a fine anno, le circa 10.000 visite: una quota di queste, ovviamente, sono le mie entrate di lavoro nel blog. Io ci lavoro e dunque entro spesso, apro e chiudo post, correggo, inserisco, controllo. D’accordo, le mie visite sono una piccola parte del tutto, la parte principale siete comunque voi; ma io ci sono, questo distorce in qualche misura il dato e ne va tenuto conto.

Tornando alla valutazione sui contenuti, vorrei riprendere un tema cui avevo accennato in un precedente “Parliamone” (7 dicembre, “Su tutto ciò di cui non parliamo”). Il tema era, ed è, la necessità di escludere molte cose, nel parlare di un romanzo o di un saggio, soprattutto nel parlare di un autore; e la difficoltà di scegliere non tanto di cosa parlare quanto di cosa tralasciare.

Ora, mi sto accorgendo che non riesco ad evitare il ritorno sullo stesso autore, sul periodo in cui lo stesso scriveva, magari indirettamente, di sponda, scegliendo un autore dello stesso periodo o che richiama il precedente.
È un male? In effetti non lo so, dovreste dirmelo voi.
Nel frattempo, cerco di riflettere sul fatto che il conoscere un autore, la sua vita, il contesto storico e sociale in cui operava, alcuni aspetti della sua personalità, coerenti o discordanti con la sua scrittura, non ha, di per sé, alcun rilievo sulla valutazione della sua opera. Questo mi pare certo perché, se le opere non nascono e non parlano nel nulla, resistono al tempo nella misura in cui sono in grado di parlare a lettori di tempi, e dunque di mondi, di contesti socio-culturali, diversi; perché parlano di universali della condizione umana. Così, chi legge in un tempo altro da quello in cui il libro è stato scritto, vi troverà comunque la propria vita e, leggendo, “riscriverà” quel libro, facendolo parlare a sé e al proprio mondo.

Tuttavia, almeno per me, conoscere, capire, sbirciare nel mondo dell’autore, è parte essenziale del piacere, ed è parte essenziale della ricerca: di cosa leggere, di interessi nuovi, di curiosità, di scoperte che portino a nuove forme di comprensione; mi pare che, per questa strada, mi si aprano anche grandi possibilità di capire meglio il mio mondo di oggi, da dove viene, dove si trova, di comprendere similarità e cambiamenti, distinguendo l’universale dal particolare.
E poi, diciamocelo senza grandi discorsi, chi è lettore è, per definizione, curioso.

Così, sto immaginando una nuova pagina che aggiunga, per chi lo desidera, qualcosa sugli autori, sul loro mondo, sulle relazioni, non so ancora bene, qualcosa di breve, qualche curiosità, informazioni a piccoli bocconi, utili a collocare il libro, a rapportarci all’autore. Qualcosa che, attraverso brevi post su piccoli fatti curiosi, o citazioni da un autore di cui abbiamo parlato, o brevi informazioni biografiche, ci renda visibili la persona e il suo mondo.

Non so ancora, bene, come inserire questa nuova pagina ma ci sto pensando.
Sarà, spero, un piccolo modo di inaugurare il 2015, e forse darà la possibilità di sentirci, brevemente, con maggiore frequenza.
Chissà, qualcosa potrebbe anche diventare un post a puntate, una specie di “serie” su uno stesso autore. E’ tutto ancora molto incerto. E poiché so di non essermi spiegata bene (perché non ho ancora ben chiare le idee io stessa), si accolgono con molto favore suggerimenti.

E ora, per un saluto, prima di una breve interruzione delle pubblicazioni per il periodo festivo, vorrei trasmettere a voi un regalo che ho ricevuto oggi, nel corso di un incontro con un gruppo di donne (e alcuni uomini) molto belle e interessanti.
Si tratta di una foto – l’avete già vista, accompagna il post – scattata nel luglio di quest’anno a Ramallah, al Mausoleo che ospita la tomba del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish: La bandiera palestinese, in quel luogo, come simbolo di tutta la pace che la pace in Palestina potrebbe portare nel mondo.
E con la foto, una poesia che credo adatta allo spirito del Natale, fuori dalla gabbia delle appartenenze confessionali. Perché sia un augurio davvero per tutti.

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

                                                Mahmoud Darwish

UN GRANDE AUGURIO DI BUON NATALE E BUON ANNO.
La libraia virtuale riprenderà le pubblicazioni con inizio 20015 (ma potete scrivere, io resto comunque abbarbicata al sito, e leggo).