orlando-virginia-woolf-oscar-mondadori-1995E così, sommersa da desideri di lettura incongrui, da richiami sui quali mi è difficile arrestarmi, ho riletto, di getto, e con grande partecipazione, «Orlando» di Virginia Woolf, ripromettendomi di scriverne; e ora questo impegno con me stessa, in certo qual modo, mi inguaia.

Un “libriccino” lo aveva definito la stessa Woolf, con riferimento alle dimensioni, relativamente contenute, di un romanzo che, per molti versi, ha la struttura di un lungo racconto; e con riferimento al suo essere stato concepito come un “gioco” tra lei, Vita Sackville-West e Violet Trefusis: due donne, queste ultime, che sarebbe certo interessante conoscere ma che – ed ecco la difficoltà – alla fine della fiera hanno, dovrebbero avere, poco a che fare con l’opera, che vive di vita propria, al di là dell’intenzione che ne ha motivato la scrittura; e al di là del fatto che, in qualsivoglia recensione, non si parli quasi dell’opera in sé e si parli invece sempre delle biografie, delle storie di vita, che l’hanno fatta nascere. Scandalose per l’epoca – e poi neanche tanto.

james-bondProsegue, lentamente, il riordino delle scaffalature di cui raccontavo la scorsa settimana che non solo non si avvicina minimamente ad essere concluso (il che è il meno), bensì non si avvicina minimamente a trovare una organizzazione che consenta il prevederne la conclusione.

Sempre più incombe il problema, che non risolverò (a favore della doppia fila), del come poter far uscire da casa dei libri. Cosa dovrei fare: rileggere libri abbandonati (e ce ne sono) per convincermi che, se sono tali, un motivo ci sarà? Così, ho comunque spulciato tra i vecchi Oscar Mondadori; ho aperto un libro più o meno a caso, «Agente 007 missione Goldfinger», letto qualche pagina, e che ti trovo?

biblioteca-2Non so cosa leggere. Sono preda di desideri sparsi. Tutto perché, dopo Natalia Ginzburg, la tendenza andava verso l’abbuffata, passarli tutti: Calvino, Pavese, Morante, Moravia no, mai apprezzato, ma c’è Brancati; c’è Parise, c’è Cassola. E vai, una bella lista.

Ho scelto di distogliermene. Rischia che non me li gusto, non si fa così. Il vino buono va centellinato.