Ferdinando Pessoa, “Poemi di Alberto Caeiro”. A cura di Pierluigi Raule. Testo portoghese a fronte, Edizioni La vita felice, 1999, 2007

Il custode di greggi

“Pref.

“Leggo, e sono limpido nelle mie intenzioni; ciò che c’è di febbrile nella semplice vita mi abbandona; una calma completa mi invade. Tutto il riposo della natura è con me.”

da Wikipedia. Circa 1956

È giunto il tempo, per me, quello giusto, spero, per vivere pagine lontane, lasciate molte vite fa, senza che mai mi avessero lasciato. Non so se ne sarò capace. Né se potrò, riuscirò a, condividerne qualcosa.

Jack Kerouac: Jean-Louis Kerouac, 1922 – 1969, considerato <il> fondatore del movimento beat (e verrebbe da aggiungere, al solito: “qualsiasi cosa ciò significhi”) è stato, in realtà, e a suo modo, un outsider nel <mondo> che ha creato – come avesse dato il via a qualcosa e, nello stesso tempo, se ne fosse distanziato; è stato seguito da un mondo che, anche sulle sue orme, si andava facendo, mentre è parso non aver mai chiesto ad alcuno di seguirlo.

Tempo difficile, questo, per la lettura. Salvo improvvisi innamoramenti, come il mio ultimo, ancora in corso, per Ted Chiang, di cui avrei desiderio di continuare a parlare dopo aver chiuso le due raccolte di racconti, ho accumulato letture diverse, passatempo tra un libro e l’altro, svogliate, non tutte soddisfacenti pure se, in qualche caso, pure gradevoli.

C’è bisogno di un riordino – degli scaffali, del pensiero; bisogno di avviare una nuova, diversa stagione di letture per questo tempo bastardo, che resterà incerto, che non si sa.

Thomas Pynchon, “L’incanto del lotto 49”, Einaudi 2005. Traduzione di Massimo Bocchiola

Mi ero pregustata la lettura di questo libro, unitamente al piacere di una riflessione da condividere, qui, con altri lettori. Non è andata così.

Si tratta di un piccolo libro di grande importanza, del quale scelgo tuttavia, superata la metà del testo, di non terminare la lettura. Non ora. Sarebbe improduttivo. La sprecherei.

Non è stata, tuttavia, una parziale lettura inutile: ha consentito un inizio di pensiero sul periodo, sul genere, su ciò che necessita perché questo libro possa essere letto come merita. Insieme a una domanda sul libro stesso, sul suo essere forse prigioniero di un tempo, per linguaggio, sensibilità, contesto storico.