Altre letture di maggio

Nel cgenerazioni_Remo Bodei_recensioneorso di quest’ultimo mese ho fatto alcuni acquisti. E mi trovo con una piccola riserva di letture, il che mi fa sentire bene, protetta da quella specie di horror vacui che mi assale quando mi trovo nello stato d’animo del genere “non ho niente da leggere!”, quando preconizzo a me stessa una lunga tediosa notte senza potermi addormentare bene, o senza poter godere l’insonnia che è pur sempre l’occasione di potersi regalare qualche ora in più con un bel libro. A ben guardare, non mi capita di soffrire di insonnia senza qualcosa da leggere che, diciamo così, ne giustifichi il bisogno. Salvo, ovviamente, nel tragico caso in cui io non abbia, si fa per dire, niente da leggere – niente che corrisponda a qualcosa che ho voglia/bisogno di leggere in quel momento.

Dunque. Vediamo le letture in corso. Tra gli argomenti che amo ci sono la filosofia e la linguistica, e riservo a questi temi dei tempi frazionati, da occupare leggendo un capitolo, un paragrafo, matita alla mano, per sottolineare, riempire di note i margini, dissentire e entusiasmarmi; quelle cose così, che poi il piacere per ciò che si è letto si prolunga nel piacere di ripensarlo, di far scivolare il pensiero per sentieri divergenti, di aggiungere, correggere, stupirsi per una nuova idea… fino alla ripresa del nuovo capitolo, paragrafo, frase.

In corso di lettura ci sono dunque ancora “Generazioni. Età della vita, età delle cose, di Remo Bodei – interessante, probabilmente ne scriverò. In corso di lettura anche un bel libricino, di Francesca Rigotti, “Metafore del silenzio, editrice Mimesis/Accademia del silenzio 2013, da centellinare. Che, tra l’altro, mi ha riportato alla mente un vecchio libro, in quanto citato, chnon sperate di liberarvi die libri_recensionee ho amato e che in casa non ritrovo più. Si tratta di “Le silence de la mer di Vercors. Dovrò cercare meglio. Comunque credo che, nel caso, lo riacquisterò, per fortuna si trova ancora. Non so se lo vorrò rileggere, ma certo lo devo avere, fa parte della mia storia. Ho invece ritrovato, di Vercors, “Les animaux dénaturés (Edizione italiana “Animali snaturati, UNI Service editore) di cui ricordo il senso di sconvolgimento che mi ha procurato, ero ragazzina. Il libro è un’edizione del 1952 ma a me è stato regalato molto più tardi, dall’amica francese dei miei primi anni di liceo, quando non avevamo le possibilità che ci sono ora di viaggiare, integrare gli studi con soggiorni all’estero, ma avevamo l’amica di penna con la quale ci si scambiavano libri in regalo. “Animali snaturati è un libro il cui tema, in estrema sintesi, è la domanda: cosa intendiamo quando diciamo ‘uomo’? Tale domanda viene posta attraverso una invenzione stupefacente (almeno allora, oggi forse…?).
Non mi dilungo, perché è ovviamente finito sulla pila dei libri da leggere (rileggere: sempre quest’idea, molto sottotraccia, di una categoria “Riletture”; devo vedere se e come matura dato che rileggere, come ho già detto, è operazione per me ovvia e, comunque, chi legge non si lega alla nuova uscita, all’ultimo libro premiato: nessuno, mi pare, può dire di aver esaurito ciò che ha alle spalle, ciò che il tempo ha, o sta, consacrando.
Continuiamo con le letture in corso.
C’è “Parola, di Maria Luisa Altieri Biagi, editore Rosenberg e Sellier, 2012. Un altro piccolo lavoro, di una storica della lingua italiana, che fa parte di un progetto di “dialogo che continua su http://www.24gemme.it ”(..…) un dialogo attorno al linguaggio che usiamo, per riscoprire la forza delle parole che ci aiutano a leggere il mondo, a capirlo, a trasformarlo.
E’ un testo datato 2012 e, trattandosi di un primo lavoro di un progetto, in corso, per la scrittura di (e la parola su) 24 termini, dovrò recuperare eventualmente gli altri lavori già editati. Se interessa, basta andare al sito segnalato.
Per quanto mi riguarda, questo libriccino mi è caduto in mano per l’aneddoto, con cui inizia, un dialogo tra bambini che si incontrano entrando in prima elementare. Il figlio di un commerciante dice alla figlia dell’autrice “Il mio papà vende caffè. Il tuo cosa vende?. La bambina cui, come dice l’autrice, “dispiaceva che i suoi genitori venissero brutalmente esclusi dal commercio”, risponde “Mia madre vende parole”. Solo un bambino può cogliere l’essenza di una cosa nel mondo con tanta brutale esattezza. I filosofi ci potrebbero girare intorno per secoli senza arrivare a una tale sintesi.
Basta. Ho divagato troppo. Cosa c’è in corso di lettura?
C’è “Non sperate di liberarvi dei libri, di Umberto Eco e Jean Claude Carrière, di cui penso seguirà recensione; C’è “Il mio nome è rosso, di Orhan Pamuk; c’è “L’arte di perdere peso, di Mario Fortunato (quest’ultimo, per la verità sto per lasciarlo, senza finirne la lettura. E’ un buon romanzo, una scrittura interessante, tuttavia, per me non è forse il momento giusto per leggerlo. Si vedrà). Mi fermo qui. Ho chiacchierato troppo.
Alla prossima, e buona lettura.