Letture di giugno

L’Afghanistan dell’Ottocento tra Russia e Inghilterra in veste di ‘amici’, di John Tenniel.

I libri in attesa sono aumentati, complice un compleanno e una gita in libreria estemporanea, accompagnando un marito alla ricerca di nuove carte stradali, mappe e cose del genere per me totalmente incomprensibili. Lui ci ha messo molto a scegliere e così io ho avuto troppo tempo per guardarmi in giro. Conseguenza: un affastellamento di idee su cosa leggere, su cosa selezionare per queste pagine, su…

Ho acquistato piccole cose golose, di area filosofica e dintorni:

Margini dell’umanità. Animalità e ontologia sociale” di Leonardo Caffo

L’ospitalità del femminile” di Luce Irigaray

Perché tutto non è già scomparso?” di Jean Baudrillard

La macchia della razza. Storie di ordinaria discriminazione”, di Marco Aime

Non so se scriverò qualcosa di questi piccoli saggi; nel caso, penso che richiedano una propria categoria. Vedremo, ma potrebbe essere utile, quantomeno per circoscrivere un orientamento per chi legge e magari per trovare connessioni, un discorso che si costruisca a partire da cose apparentemente incongrue tra loro.

Non credo capiti solo a me: avviene che, acquistando a caso un libro, acquistandone poi un altro di diversa area, rispondente ad un altro bisogno/interesse, e così via, ci si trovi ad acquistare/riprendere in mano libri che credevamo di aver scelto e invece ‘ci hanno scelto’, in cui ritroviamo parole, proposizioni magari non centrali che ritornano come se, con quel libro, avessimo inconsapevolmente seguito un nostro discorso, una ricerca, una domanda non saputa che porta a costruire nuovi interrogativi, a scoprire cose di se stessi e del mondo che non si si pensavano. Da lì sorge un interesse, si apre una strada, un viottolo, una deviazione Non so spiegarmi meglio, ma chi ha sperimentato questa cosa credo capisca: è il libro che ci sceglie per proporci una domanda per noi importante? – mi viene in mente, vedi un po’, la saga di Harry Potter: “è la bacchetta che sceglie il mago”. Vale solo per chi lo ha letto, ma va bene ugualmente, magari chi non lo ha ancora letto lo faccia, un godimento assoluto! E anche qualcosa di più.

Poi un bravo libraio mi ha posto in mano un libro di Poesie, “Azzurro elementare, di Pierluigi Cappello di cui, dato che c’ero, ho portato a casa anche “Questa libertà, un ‘romanzo’, viene detto in copertina, una storia di sé, mi pare, non vorrei usare il termine autobiografia, non credo sia adeguato. Ho voglia di leggerlo, ma dovrà aspettare.

La poesia è necessaria. Tra l’altro, e non secondariamente, è una lettura che, nella sua dimensione contenuta, fa compagnia a lungo, è una lettura che si può riporre nella mente (un tempo si diceva ‘mandare a memoria’, ma la poesia lo fa da sé, senza creare un obbligo, come la musica) recuperabile ogniqualvolta se ne abbia il bisogno; resta sempre con te, non necessita oltre di un supporto, cartaceo o altro che sia. Ti chiama, ti risponde quando serve, quando può tradurre e completare una gioia o dare senso a una riflessione, a un’emozione, a un dolore, dare parola a un sentimento che non trova altrimenti espressione.

Nel frattempo, sto ancora leggendo “Il mio nome è rosso“, di Orhan Pamuk e il nuovo romanzo di Carracci, “Adriatico insanguinato – no, non è strano, si possono leggere più libri insieme: c’è il libro per la notte e c’è il libro per il giorno, c’è il libro che va letto piano, a poche righe per volta e c’è la storia da bere con gusto per giungere alla fine e alla sua risoluzione. La giornata ha momenti diversi e diverse isole di tempo, quale piccola quale più grande, a cui dimensionare la lettura.

Sul tavolo in attesa c’è anche un malloppone: “Il Grande Gioco di Peter Hopkirk, Adelphi. E tra l’altro, ecco qua: libri diversi tra loro, direi cose davvero diversissime, ma come hanno fatto a finirmi in mano libri che, provenienti da bisogni e interessi diversi, mi richiamano a ricercare un barlume di orientamento in quell’area del mondo in cui si mescolano nella mente nomi di città evocativi, avvenimenti di geopolitica attuale, grande storia antica che la nostra scuola lascia a margine, ma poi ci sono echi, dal Milione di Marco Polo in poi.

Anche i Balcani sono vicini, si intersecano, intrecciano storie con il Vicino Oriente e le vicende dell’Impero Ottomano. Ecco il Grande Gioco, l’Afghanistan dell’epoca moderna, la storia di oggi.

Una crisi bulimica, non c’è dubbio: ma non intendo trascurare nulla, sono contenta del mio bottino e dunque agirò con rigore alimentare, e leggerò tutto, godendomela, alle giuste dosi. Vietato procurarsi altri libri fino ad esaurimento scorte. A meno che non sia davvero necessario, ovviamente.

E organizzerò la nuova categoria, che dovrà attendere, per essere messa on line, di aver una sua struttura, almeno qualche libro recensito e un suo discorso avviato. Ho appena finito di leggere e appuntare “Generazioni“, di Remo Bodei e “Parola, della Altieri Biagi, di cui ho già accennato. Aspetteranno, per essere inseriti qui, nella nuova categoria. Ora mi pare il caso di inserire un buon romanzo. Sarà uno dei due in lettura, per meglio dire, l’uno e l’altro.