Pezzi di donne – Donne a pezzi

Desmond Morris, “L’animale donna. La complessità della forma femminile”, Mondadori 2006 – Traduzione di Cecilia Scerbanenco

Lorella Zanardo, “Il corpo delle donne”, Feltrinelli 2011

Con il desiderio di lasciare, per un momento, la narrativa, mi ero proposta un libro particolare – “L’animale donna. La complessità della forma femminile” – dello zoologo ed etologo Desmond Morris. Il libro richiama, anche l’opera principale di Morris, “La scimmia nuda”, un lavoro, del 1967, che è stato ed è tuttora fondamentale per la conoscenza della nostra specie.

L’8 marzo, giorno in cui sto scrivendo, mi pare il momento giusto per questo libro, non certo una bibbia del femminismo, e scritto da un uomo: ma che ha richiamato alla mia attenzione un altro libro: Il corpo delle donne”, di Lorella Zanardo.

Desmond Morris è uno zoologo, etologo, che, alla precisione dello scienziato, unisce un linguaggio scorrevole, anche divertente, che si rivolge al lettore in modo discorsivo, con una scrittura colloquiale, attraverso riflessioni, accoglibili o meno da chi legge, senza la pretesa di far coincidere il fatto, l’informazione dello scienziato, con il commento. Leggendo, si prova la sensazione di poterne discutere con lui, di poter anche correggere, o confutare, alcuni suoi punti di vita, o chiedere ulteriori spiegazioni.

Come dire, ci sono le opinioni ma i fatti sono fatti: anche se, d’abitudine, mi piace ricordare che <fatto> è participio passato del verbo <fare>, il cui significato ha dunque molto a che spartire con qualcosa che <è stato fatto>; con qualcosa che, per esser tale ai nostri occhi, non può prescindere dal nostro intervento, fondante nella costruzione del <fuori di noi>.

A parere di Morris, sembra che le donne siano ciò che sono, per molti aspetti, con piena coscienza e deliberato consenso, come si diceva nei tempi andati. Quantomeno, che lo siano più degli uomini. E si propone di svolgere una narrazione, e una celebrazione, dichiarata, della donna, dal punto di vista dello zoologo e dell’etologo.

Una nota è necessaria: non è possibile esaminare l’essere umano unicamente sotto il profilo zoologico ed etologico – vale a dire del suo comportamento di animale nel proprio ambiente naturale. Non lo è per il semplice fatto che tale ambiente non esiste. L’essere umano vive in ambiente culturale; la sua <natura> è di essere un animale culturale. E Morris, stabilite le premesse, e pur assolvendole, si inoltra, infatti, a fondo in ambito culturale. Tanto più in quanto, della donna (e dell’uomo), pone sotto esame principalmente il comportamento erotico e le istanze sessuali – ed ecco i commenti, la conversazione sui fatti, che rendono molto interessante un libro dalla cui lettura, oltre a un interessante bottino di informazioni, si ricava, soprattutto, che al maschio Desmond Morris le donne –  la cui mente, la cui personalità, stanno, come per gli uomini, nei loro corpi – piacciono molto.

Morris ci accompagna, dunque, a conoscere l’animale donna – da zoologo, dice lui, e certo è (anche) così – “in un tour anatomico, dalla testa ai piedi, o per essere più preciso, dai capelli agli alluci.” Pezzo di donna per pezzo di donna senza mai che, attraverso questa operazione, venga a mancare lo sguardo all’intero della persona. Va detto a suo merito.

E tuttavia, l’eco è forte, ed io mi trovo tra le mani “Il corpo delle donne”, di Lorella Zanardo, non potendo fuggire a un confronto tra due libri che si richiamano proprio per la loro opposizione su questo punto, e a fronte di una struttura per certi versi simile: Morris assume di osservare il comportamento femminile “nel suo ambiente naturale” mentre Lorella Zanardo ci mostra l’immagine femminile proposta in Italia dalla TV, pubblica e privata, documentando in profondità un mercato del corpo delle donne, ridotto a oggetto, e a pezzi, in cui l’intero, la persona, sparisce; con tutte le ricadute sul piano dell’educazione al rispetto, per donne e uomini, di sé e dell’altro, stante la pesante funzione di operatore culturale svolta dal mezzo televisivo.

Tutto risaputo? No, il lavoro di Rossella Zanardo porta per mano il lettore a un impensato approfondimento, che mostra una eccezionale gravità del problema per la vita di donne e uomini, presenti e soprattutto futuri.

Si tratta di un libro che da tempo mi chiedeva una qualche forma di attenzione, senza ottenerla in quanto, pur trattandosi di un lavoro interessante e unico nel suo genere, non può venir considerato “solamente” un libro: è parte di un tutto, versione cartacea, pregevole, di un percorso multimediale cui l’autrice si è dedicata, a partire dal 2009, producendo un documentario (qui) , in collaborazione con  Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù – Tema: “L’immagine della donna nella TV italiana” – e avviando un blog sul tema, (qui)  per un discorso che continua.

Ed ecco l’immagine che ci si trova a fronteggiare attraverso la lettura di questi libri: Pezzi di donna – un seno qui, una pancia lì, una coscia, un gluteo…

Morris esamina, pezzo per pezzo, il corpo della persona-donna – i capelli, le sopracciglia, le orecchie, gli occhi, il naso…. –  assumendo il punto di vita della sessualità (femminile e maschile).

“Ogni donna ha un bel corpo, bello perché è il brillante risultato di milioni di anni di evoluzione. E ricco di stupefacenti adattamenti e impercettibili perfezionamenti che lo rendono il più rimarcabile tra gli organismi del pianeta. Nonostante ciò, in momenti e in luoghi diversi, le società umane hanno cercato di imporsi sulla natura, modificando e adornando il corpo femminile in migliaia di modi diversi. Alcune di queste elaborazioni culturali erano gradevoli, altre dolorose, ma tutte tendevano a rendere la femmina umana ancora più bella.

Zanardo, alla fine del suo testo, dopo aver passato in rassegna corpi fatti a pezzi, sostituiti con pezzi, dalla chirurgia estetica, pensa, si interroga:

Volti ricondotti a maschere dalla chirurgia estetica. Corpi gonfiati a dismisura come fenomeni da baraccone di un circo perenne che ci rimandano un’idea di donna contraffatta, irreale. (…) I volti e i corpi delle donne reali sono stati occultati, al loro posto, la proposizione ossessiva, volgare e manipolata di bocche, cosce, seni: una rimozione e sostituzione con maschere e altri materiali.

Morris scriveva, in apertura del suo testo:

La femmina umana ha subito mutamenti radicali nel corso dell’evoluzione, assai più del maschio. (…)

E svolgendo la sua descrizione delle <parti> del corpo femminile, anche Morris  segnala, con la varietà degli interventi tesi a sostenere, aumentare, evidenziare la bellezza femminile, la scissione tra quella che appare come una ricerca, voluta – i gusti sono gusti – di ornamento del corpo e quella che è una imposizione, da parte maschile, all’interno di un’attività di schiavizzazione, di sottomissione, della donna, che conduce a mutilazioni feroci, a negazione e annullamento della bellezza e della sessualità femminili. Senza che sia facile definire il confine tra le due istanze.

C’è poi un pezzo di donna che ambedue trattano, convergendo nel giudizio, se pure in modo diverso.

Il seno, le tette, in mano alla chirurgia estetica, con <l’obbligo per le giovani donne d’oggi> (lo afferma, alla TV, un chirurgo estetico, in una trasmissione ripresa da Zanardo) di avere un bel seno, intendendo con <bello> ciò che, di volta in volta, la moda richiede.

Morris, sullo stesso tema, commenta e racconta:

Alcune donne, comprensibilmente (bontà sua) risentono di doversi sottoporre a questo tipo di chirurgia per compiacere un possibile compagno. Una avvocatessa ha riassunto il suo pentimento chirurgico dicendo che, dopo il divorzio «la prima cosa ad andarsene, oltre al suo cane puzzolente, sono state quelle maledette tette…Mi sono sentita come se il mio quoziente intellettivo avesse fatto un balzo in alto di venti punti.»

Rosella Zanardo osserva che, alla TV italiana, la donna anziana non esiste. E l’uomo Morris non ne parla.

Peraltro, vero, Morris prende in considerazione primariamente gli aspetti della sessualità: che evidentemente, quantomeno per la donna, che costituisce il suo tema, fa cessare con l’età fertile (ancora: bontà sua).

No, meglio esser buone: da zoologo, esaminando l’<animale donna>, ne prende in considerazione la forma adulta al massimo delle sue potenziali prestazioni.

Scientificamente corretto. E divertente, e interessante da leggere. Istruttivo: come il libro, e non solo, di Rossella Zanardo.

Se frequentati (anche) insieme, a balzelloni dall’uno all’altro, questi due libri costituiscono qualcosa di molto molto intrigante.