“I bambini sono enigmi luminosi”

Daniel Pennac, “Signori bambini”, Feltrinelli 2000

Traduzione di Yasmina Melaouah

 

“E vi diranno che i bambini sono cambiati! Se così fosse, un professore come Crastaing sarebbe rinchiuso in una clinica tutta bianca a incollare i pezzi di una identità polverizzata dal bazooka della modernità infantile. Invece Crastaing è qui. Regna come un macigno, e gli sbarbati nemmeno fiatano”

Abbiamo avuto tutti un professor Crastaing, e il bello è che, riguardando le cose a posteriori, non è stato del tutto un elemento negativo della nostra infanzia. Ha ricoperto il ruolo dell’orco delle fiabe cui, alla fine, non è mai riuscito di mangiarsi, se non per nomea mai comprovata, un solo bambino; ed ha fatto, lui, una brutta fine, lasciandoci una grande soddisfazione e un piccolo moto di tenerezza.

Cosa ne sarebbe stato di qualunque infanzia se non avesse appreso a sconfiggere l’orco? Se non si fosse potuta misurare con l’amore, mal espresso ma tanto tanto utile, di un orco?

Ve la immaginate una scuola dove gli alunni incontrino un gruppo di insegnanti tutti pedagoghi perfettini, tutti da amare di default o, peggio, da non ricordare se non con un banale vago affetto indifferenziato (come si chiamava quello/quella là? Era simpatico/a, mi pare), in una infanzia senza nemici da imparare a sconfiggere? Un vero disastro! Senza un vero orco, di cui anche i genitori abbiano avuto paura, chi mai ci avrebbe preparato, per la vita, ad affrontare capi ufficio e similari?

Sarà per questo che i giovani, oggi, non fanno più la rivoluzione. Non avranno per caso sofferto nella loro infanzia l’assenza di buoni sani orchi? La generazione oggi preponderante di vecchiacci della mia età, che sta chiudendo loro il futuro, ama talvolta chiamarli “Analfabeti funzionali”; e forse è vero, forse qualcuno lo è, ma non per come la si intende. Non per qualche congiuntivo sballato e qualche condizionale random. Perché disarmati dalla mancanza di allenatori orchi.

Riveduto il tutto da adulti, spesso capita di dover ammettere: l’insegnante orco ci ha spesso insegnato, oltre che a vivere, persino la sua materia!

Qui, le cose stanno in altro modo. Qui leggeremo le vicende di un piccolo gruppo di adulti, estendibile ad libitum, la cui vita si rivelerà imbrigliata in difficoltà insolubili, mentre l’età adulta raggiunta si sarà rivelata una triste illusione; il tutto, veduto e, pezzo a pezzo dipanato, dai loro ragazzini, gli eroi protagonisti della vicenda, fantastica ma perché no – siamo in un libro, sembra dire l’autore – che dovranno farsi carico dei problemi degli adulti, e trovar loro una risposta.

La storia. Tre ragazzini, Nouredine Kader, Igor Laforgue, Joseh Pritsky, hanno problemi a scuola con il professor Crastaing, lettere, fissato con temi sulla famiglia, che ritiene non esista più come dovrebbe. Deciso, dunque, a far riflettere i suoi alunni sull’importanza della vita familiare, e mai contento di ciò che ottiene.

Terribile, il professor Crastaing, fonte di tutte le squalifiche che l’infanzia deve subire!

IMMAGINAZIONE NON SIGNIFICA MENZOGNA!

ulula il professore, riempiendo di segnacci i temi di alunni con famiglie in difficoltà, seconda generazione di immigrati dai sogni infranti, mai contento e biecamente teso e distruggere ogni sforzo, o non sforzo per palese impossibilità dello stesso, dei suoi alunni.

Il professore coglie Joseph che fa girare tra i compagni un disegno: la rappresentazione di una folla manifestante che regge uno striscione dove sta scritto, a lettere cubitali:

“CRASTAING FARABUTTO, PAGHERAI CARO, PAGHERAI TUTTO”

 

Silenzio. Cui segue la voce, contenuta, del professore:

“C’è del movimento, è innegabile…”

“Tuttavia l’ispirazione è un po’ datata.”

“…per lunedì prossimo: una breve conversazione con il suo signor babbo. (…) Sarà un piacere per me consegnargli il suo compito da neo-post-sessantottino attardato.”

Ma Nouredine afferma che il disegno è suo, e Igor fa lo stesso.

Tre padri convocati. E un tema per castigo: i tre ragazzi dovranno immaginare e descrivere una famiglia in cui i bambini sono tramutati in adulti e gli adulti in bambini. Da consegnare il mattino seguente.

L’ira dei ragazzini sarà grande, senonché: dentro un libro tutto può accadere, e cosa faranno i nostri quando ciò che il tema propone si muterà nella realtà? Compresi vestiti che si stracciano, e corpi nudi alle prese con genitori che, tornati infanti, paiono molto a loro agio nella parte?

La storia non va raccontata, naturalmente, salvo il fatto che, a situazione rovesciata, mentre i nostri tre eroi cercano un soluzione e si arrabattano a gestire gli adulti-bambini, le cose non sembrano poi molto più difficili di quanto non lo fosse la loro vita di ragazzini: cui vorranno assolutamente tornare; sempre, tuttavia, con la mente rivolta al problema più grande, al tema da scrivere.

Nel frattempo, conosceremo gli adulti-bambini, con l’aiuto di qualche personaggio aggiuntivo, di cui i bambini-adulti, ricchi della capacità tutta infantile di far fronte alla meraviglia, alla paura, e fronteggiare l’orco, ricostruiranno il mosaico di informazioni che risolverà il dilemma in cui si dibattono.

Igor, seduto, la notte, sulla tomba del padre Pierre, morto da un anno, parlerà con lui: e Pierre rifletterà, ricordando di quando la moglie lo rassicurava, dicendogli che avrebbe seppellito tutti, sul fatto che

“… c’era del vero in quello che diceva: morire significa seppellire tutti in una volta sola.”

Joseph chiederà il consiglio di Rabbi Razon, il cugino, da parte di padre, rabbino di via Vieille du Temple, notoriamente un saggio, che apprezzerà il resoconto del bambino e il suo giudizio su quanto stava vivendo, e commenterà:

“…vi sono momenti nella vita in cui uno darebbe qualsiasi cosa pur di sapere cos’ha capito di fondamentale. L’uomo è una costante variabile, piccolo, ecco cos’hai capito.”

Conosceremo “Il Viale delle donne”, viaggiando in motorino con Nouredine – e sarà sempre lo stesso motorino che, ieri come oggi, correrà “…deciso a scuoiare i nervi alla città” – impegnato a seguire Crastaing per scoprire dove abita, e magari organizzare una vendetta. Ma chi avrebbe potuto immaginare l’esistenza di quel Viale; e immaginare Crastaing che vi transitata, mentre le ragazze – e che ragazze! – evitavano accuratamente di incrociarne lo sguardo, rendendo evidente che lo conoscevano bene, e lo temevano pure (saranno state sue allieve?); a parte Yolande, la tranquilla madame, materna, accogliente.

“… e se Nouredine Kader non conobbe lì la sua prima erezione, era perché doveva essere la seconda.”

Mentre la voce narrante di Pierre ci dirà, dalla tomba, di averlo a sua volta sempre chiamato così, Il Viale delle donne:

“…e poi figurarsi se passo un così buon indirizzo a giovani già fin troppo avanti per la loro età.”

Conosceremo le difficoltà che affliggono gli adulti, e sarà la voce di Yolande a parlare:

Certo, te li puoi fare in fretta, una botta e via, alla muta, e risparmiare sul servizio, ma è un misero guadagno. Date retta a me ragazze, che lo si voglia o no, l’orecchio è la base della professione. Voi credete che tutti quanti zompino su per zomparvi? Ma no, vengono a farsi ascoltare. Una volta fatte le cose, è del vostro orecchio che hanno bisogno. Parlare, come dallo strizzacervelli. Per questo la tariffa è la stessa. E ricordatevi una cosa. Un cliente soddisfatto è un cliente che torna.”

Sapremo così molte cose anche della vita di Albert, il professor Crastaing, mentre i ragazzini-adulti cercano una via d’uscita a tutto quel gravoso nonsense. Senza mai dimenticare di dover scrivere il famigerato tema. E accudire i piccoli genitori.

“…adesso incolliamo ‘sti nani davanti alla tivù, ci prendiamo la sbornia del secolo e ci addormentiamo come dei grandi per poi svegliarci come dei piccoli…”.

La speranza che sia tutto un sogno, di gruppo ma un sogno, non funziona. Occorrerà comprendere di più. Occorrerà comprendere gli adulti. Occorrerà rimpinzare di infanzia il professore, nella speranza di renderlo

“un po’ più umano, un po’ più allegro, un po’ più libero, un po’ meno folle e un po’ più matto…”

I nostri eroi troveranno il percorso che consentirà loro di tornare alla propria età. E sarà una soluzione insospettabile. Una soluzione del tutto inattesa. E del tutto, ovvia.

Molto divertente, e molto utile, leggere questa storia.