Non solo narrativa per ragazzi. Ci sarà una narrativa per “Seniores”?

Oggi, 31 gennaio 2018:

In questi giorni, non scrivo: il fatto è che sto leggendo. Perduta saltellante da un libro per ragazzi ad un altro, tra memorie ed emozioni vecchie e nuove – con qualche altro libro, intramezzato, interessante ma altamente a rischio di una lettura distratta.

Nel frattempo rigiro tra me e me il tema, le cui fila si aggrovigliano con i desideri.

Vengo catturata pure dall’improvviso bisogno di far pulizia, ordine negli scaffali virtuali, di scovare polvere annidata negli interstizi.

Non mi resta che farmi due chiacchiere, così, per tirare un po’ le fila di un momento a dir poco confuso.

Sono trascorsi quattro anni da quel 28 gennaio 2014 in cui ho aperto questo spazio. Poco tempo, e moltissimo: è forse necessario fare il punto.

Questa piccola libreria virtuale è cresciuta: al ritmo lento della lettura, che mi ha chiesto di lasciare la fretta e regalato, come contropartita, giorni dilatati e lunghissimi, da impiegare viaggiando in luoghi lontani e dentro di me, dentro relazioni e in solitudine, travalicando le mie tante età e quelle del mondo.

Il progetto iniziale viene, in parte, seguito; in parte, come sempre accade, si è modificato. Volessi mai valutare oggi i frutti di questo mio “gioco” (così l’avevo chiamato) potrei dire che:

Per me, per i miei tempi di vita, è qualcosa che sicuramente mi impegna molto;

è davvero, come da programma, un “gioco”? Affermativo: lo è nel senso reale del “giocare” – essere catturati dalla curiosità di vivere e imparare a farlo, dove, per me, “vivere” e “leggere” sono concetti che presentano un’estesa area di sovrapposizione;

in questo “gioco”, è una ricchezza la compagnia, l’incontro con persone che leggono e generosamente restituiscono: un preziosissimo manipolo di blogger e lettori che sento amici, pur senza conoscerli, per la ricchezza degli scambi che regalano.

Prendo atto, nel contempo, del grande disordine che regna in questa mia piccola libreria. È incredibile, nessuna casa è mai così piccola da non poter ospitare il caos.  Mi impegno – qui, solennemente – a intraprendere una pulizia di anticipo primavera, a cominciare da ora: pure se non me la sento di giurare sui risultati.

Per ora, leggo disordinatamente, e pasticcio testi come questo.

Il tema del momento è la “narrativa per ragazzi”, con il bisogno di definirla, quale area, se lo è; e di scegliere un modo per collocarla.

Mi pare di aver scelto un punto di partenza, in base a una contiguità tra letture che, di interesse per lettori molto giovani, tali dovrebbero rimanere per il lettore “adulto” (qualunque cosa tale aggettivo significhi: dopotutto, è questo il punto).

Non vi sarà dunque alcun riferimento ad una classe di età, ma solo ad una narrativa di particolare interesse per il lettore adolescente, vale a dire per un tempo di vita che, nella nostra società, può, per un verso, dilatarsi ben oltre la maggiore età, mentre, per altro verso, presenta un inizio sempre più precoce ed ha, al proprio interno, differenze individuali altamente marcate, a parità di età anagrafica. Non è raro che un giovanissimo lettore sia in grado di affrontare, oltre alla Poesia (che trova soprattutto a partire da questo periodo di vita i suoi fedeli), anche grandi classici della narrativa; di amare testi teatrali e, nel contempo, saper affrontare i primi testi filosofici. Questo lettore avrà come amico un coetaneo che non legge e ambedue legheranno con un terzo che limita il proprio interesse, non di rado con passione e competenza, unicamente ad aree di nicchia come la graphic novel, o la narrativa fantasy, che contengono testi di grande spessore (anche nel senso proprio di chili di pagine) così come opere, in particolare nell’area del fantasy, che rasentano lo squallore. Si tratta di un genere in cui, facilmente, la foresta nasconde l’albero.

Il punto di grande interesse sta nel fatto che i nostri ipotetici tre amici parleranno e parleranno della propria passione di lettori motivando, nel caso, anche il disinteresse totale, che verrà assurto a scelta di tipo circa-filosofico: saranno, dunque, tutti e tre, potenziali futuri grandi lettori, a rischio, nella loro esplorazione, di abbandonare il percorso o neppure intraprenderlo pur avendone tutto l’interesse e il bisogno, anche quando si tratti di bisogni e interessi “restii”, secondo il modo di manifestarli tipico dell’età.

Meno che mai vi sarà un criterio di appartenenza di genere: ogni ragazzo/ragazza è infatti un universo a sé – e la lettura è un ottimo indicatore di interessi, maturità, bisogni – mentre ambedue i generi possiedono sia ottimi motivi per conoscere l’altro sia la condivisione di un’appartenenza.

In questo “scaffale”, non verrà inoltre operata alcuna distinzione per contenuti. Il lettore adolescente è, per definizione, potenzialmente onnivoro, in coerenza con bisogni che investono ogni area e ogni domanda sulla vita.

Rimane ovvio che la scelta dei libri che si troveranno in questo che chiamo “scaffale” è unicamente una mia proposta: dunque altamente discutibile (anche, infine, da parte mia, che potrei cambiare opinione a seguito – e mi farebbe molto piacere – di critiche che scoprirò di dover/poter condividere).

In attesa di inserire nuovi libri, nuove letture che possano appartenere allo scaffale (ripeto: a mio giudizio, che cercherò di motivare, e che potrebbe essere errato), sarà utile da parte mia individuare i libri che, già recensiti in questa “libreria virtuale”, personalmente consiglierei a giovani lettori: non a tutti, non lo stesso libro ugualmente a ognuno, ma sicuramente ritenendoli adatti a una lettura molto giovane.

Il seguito comprenderà anche narrativa propriamente (e come sempre non solo) per “ragazzi”, con presenza, anche, di classici del genere in via di essere dimenticati, anche a causa delle “riduzioni”, e troppo spesso delle distorsioni, che l’industria (non solo) cinematografica produce – la disneyana “Biancaneve e i sette nani”, primo film di animazione che traduce una fiaba è del 1937 ma la produzione editoriale di riduzioni, riformulazioni, devastazioni di ottimi libri ridotti a favolette (che non sono: “favole”) data, temo, da più tempo, facendo, temo ancora, maggior danno.

E dunque: avevo pensato di inserire una nuova pagina, con una nuova categoria, per dare forma a questo “scaffale” attraverso un “Indice” con link alla recensione.

La soluzione tuttavia non mi convince e sto valutando in alternativa la possibilità di segnalare questi libri con una clip, un qualcosa, un simbolo che li contrassegni all’interno dell’Indice delle Recensioni e, in affiancamento al titolo, nella Recensione stessa: più semplice ma, soprattutto, soluzione che consente di non separare le due aree, quella destinata a chi, per età, per carattere, per scelta, per desiderio, è ancora “adolescente” e quella destinata a tutti coloro che, lo credano o meno, sono comunque e sempre saranno <anche> adolescenti.

Devo dire ancora, tuttavia, che ripercorrendo l’indice delle recensioni per raggruppare i libri da collocare <anche> nello scaffale della “Narrativa per ragazzi”, rischio di farci stare quasi tutto. Dovremmo forse ammetterlo: i ragazzi possono leggere tutto, ma proprio tutto, ciò che interessa loro. Vale a dire ancora: tutto.

Solo con l’avanzare dell’età si diventa, per dirla con gentilezza, selettivi. Non sarebbe dunque meglio raccontarcela giusta e raggruppare invece i libri per soli “seniores”?

Ovvio, non lo farò, non è possibile farlo (quale età sta vivendo, anagrafe a parte, lo sappia o meno, ognuno di noi?) e sarò anzi estremamente selettiva nel collocare un libro su questo scaffale virtuale “per ragazzi”: tuttavia, sempre più penso che, a scelta del giovanissimo lettore e non su proposta altrui, ogni libro è adatto ad ogni età.

Mettiamola così: Nello scaffale ci saranno i libri che ritengo si possano proporre a un adolescente “a inizio carriera”, qualora chieda un’indicazione o sia possibile darla senza far danno.

Resta tuttavia chiaro il fatto che loro, quelli che si trovano in questo inizio di carriera che li porterò ad essere uomini e donne, dovranno avere il frigorifero e la madia a disposizione, per tutto il cibo che riterranno di dover fornire alla propria fame. Il cibo per la mente non prevede diete utili.

Chiudo. La “crisi” dovrebbe, penso, essere in fase di risoluzione (non so perché io lo pensi, in effetti, è qualcosa del genere “me lo dice l’uccellino”, che solitamente indovina). Ritengo, tuttavia, che dovrò pasticciare, per i fatti miei, ancora un po’.

Nel frattempo, sto leggendo Thomas Pinchon,L’incanto del lotto 49”, Einaudi 2005. Sarà la prossima recensione.

In attesa vi è sempre: Klaus Mann, “Mephisto”, Feltrinelli 2006