Oscar Wilde, “Il Fantasma di Canterville”, Einaudi ragazzi 2009 Favole per bambini, favole per adulti, favole per tutti, […]
Narrativa per ragazzi
Mark Twain, “Le avventure di Huckleberry Finn”, Einaudi 2007: Questo bellissimo libro attendeva da tempo di trovare qui […]
Michael Ende, “Le avventure di Jim Bottone”, Editrice Salani 1989 Intermezzo di lettura, dedicato agli adulti, con il […]
Anche in questo caso il titolo è fuorviante: più che mai. Lo uso, per assenza di alternative valide. Perché ho qualcosa, di personale, da raccontare.
È uscito in e-book una mia <fiaba-racconto lungo>, che ho scritto per i miei primi due nipoti – un tempo era stata una fiaba per i miei figli; ma le nonne funzionano meglio, in queste cose; con maggior professionalità.
“Il Paese di Chebello” era stata, a modo suo, un fiaba ecologista ante litteram. Oggi, è scritta per la lettura da parte dei nonni e dei genitori a bambini abbastanza grandi per desiderare, ed essere avviati, a testi più lunghi della fiaba classica; per essere letti a brevi puntate; o perché bambini in prima età scolare inizino a misurarsi con la lettura autonoma.
Età consigliata: 5 – 9 anni: un’età in cui c’è ancora il bisogno-piacere di incontrare la fiaba e la magia; quando i più grandicelli desiderano ancora, magari in privato, regredire un po’; quando c’è il bisogno-desiderio di incontrare storie appena un po’ più articolate senza, per questo, abbandonare la fatina dei denti – per allontanare il sospetto, ormai una quasi certezza faticosamente negata, dell’esistenza di Babbo Natale & co.
Astrid LIndgren, “Pippi Calzelunghe“, Salani Editore 1988
Traduzione di Donatella Ziliotto e Annuska Palme Sanavio
In questo agosto troppo caldo e, diciamolo, preoccupante su molti fronti, la ricerca di “cosa leggo stasera” è un tormentone.
Sono distratta, fa caldo, sono stanca; alle prese con una serie infinita di desideri incerti, con la voglia di recuperare “libri mattone” che il momento, la cronaca a rischio di farsi biecamente storia, chiama a rileggere, ripensare; desideri che il caldo e la stanchezza afflosciano.
Così, sul mio tavolo si accumulano vecchi libri, senza un loro vero richiamo. O meglio, senza l’energia, la fiducia necessaria ad affrontarli.
Non ho dimenticato il mio proposito (qui) di tematizzare la narrativa per ragazzi – giovani – adolescenti; e sono giunta a una piccola, molto provvisoria, scelta, che lascia aperta tutta la grande difficoltà di discriminare una classe di età sempre più incerta, che si sta estendendo a rubare, da un lato, una quota di infanzia ai nostri bambini mentre dall’altro pare aver termine, per molti, per troppi, con l’entrata, ferocemente negata, nell’età anziana, a talloni puntati, scuotendo la testa e dicendo forsennatamente di no. Pietoso.
In questi giorni, non scrivo: il fatto è che sto leggendo. Perduta saltellante da un libro per ragazzi ad un altro, tra memorie ed emozioni vecchie e nuove – con qualche altro libro, intramezzato, interessante ma altamente a rischio di una lettura distratta.
Nel frattempo rigiro tra me e me il tema, le cui fila si aggrovigliano con i desideri.
Avevo preannunciato (si fa per dire) il tema qui, continuando ad accennarvi qui; ed è almeno un mese che rimugino, scrivo, elimino. Con poco risultato.
Non so voi; io, trovo molto difficile mettere a fuoco cosa si intenda quando si parla di “Narrativa per ragazzi”: mentre lascio, fino ad un certo punto, inesplorato il mondo della “Narrativa per l’infanzia” e per la “prima infanzia”, senza peraltro porre confini a queste fasi, diverse da bambino a bambino.

Avevo accennato, nei miei progetti per il prossimo anno, alla possibilità di dedicare una specifica attenzione alla cosiddetta “narrativa per ragazzi”. Alla “narrativa per l’infanzia”. Mi piacerebbe davvero metterla a tema, anche solo per sciogliere il nodo di cosa sia, come si possa concettualizzare questa speciale area di lettura. “Se”, dopotutto, sia possibile, o utile, il farlo.
Per ora, ho solo il desiderio di lasciar vagare il pensiero su questa cosa, sperando anche in un dialogo, sognando un brain storming sul tema, lasciando che per il momento qualche riflessione se ne vada a zonzo in questo spazio, senza obiettivi, senza alcun punto di sintesi da raggiungere.
…e dovrebbe continuare, secondo regola di questo blog (dove, in realtà, non sono mai state formulate regole se non quella, fondante, di parlare di libri, in senso molto ampio) con la presentazione, la proposta, di una lettura.
Non so se è stato notato che, nell’ultimo “Parliamone”, contrariamente a quanto faccio di solito, non ho preannunciato il prossimo libro.