“Chi è intelligente?

Winston Groom, “Forrest Gump, Edizioni Theoria, settembre 2022 

È stato in lettura per una sola sera-notte: una felice lettura, di un libro la cui ristampa avevo molto atteso.

A completamento, mi sono rivista il film che ne è stato tratto. Avevo mantenuto il lontano ricordo di una bella prova di Tom Hanks, mentre la storia che il film narra è, come si dice, liberamente tratta dal libro; un po’ la stessa storia un po’ altro, un po’ tradimento del romanzo.

Winston Groom. 1943 – 2020.

Pazienza, per  il target del pubblico di riferimento della pellicola andava sicuramente bene così, salvo che la storia, soprattutto nella sua conclusione, è decisamente travisata. Come (quasi) sempre avviene, il libro è altra cosa. 

Desideravo questo libro. Lo trovavo citato, qua e là, da diversi autori, in altri libri come imperdibile e mi prendeva la furia. Ma perché, se si tratta, come sembra, di un libro apprezzato nel mondo di lingua anglosassone nonché nel nostro (perché, se pure io non leggo l’inglese, molti lo leggono); perché, se il film ha avuto, come ha avuto, successo; se, dico, dopotutto i diritti sono stati acquistati e il libro, al tempo, tradotto e pubblicato in Italia – Sonzogno 1994; perché questo libro era stato abbandonato? 

Ammettiamo pure che, al tempo, il libro abbia fatto un tonfo (strano, direi, dato che, ancor oggi, il mercato dell’usato lo quota bene, di massima troppo perché io abbia ritenuto fosse il caso di procurarmelo per tale via – quantomeno, avrei voluto prima leggerlo, non si sa mai).

Dato tutto, è dunque anomalo che non solo questo libro non sia stato rieditato per quasi trent’anni,  ma pure che nessun altro libro di Winston Groom sia reperibile oggi in italiano, essendo peraltro reperibile in inglese, in francese e in tedesco – vedi Amazon e poi muori!

18 settembre 2020 muore invece Winston Groom. La stampa ha ripreso la notizia. E forse questo ha dato il via alla scelta della Edizioni Theoria di recuperare il suo, forse unico, libro celebre.

“Forrest Gump”, edizione Sonzogno, era stata dunque la prima, e fino ad ora unica, edizione italiana, a quanto mi risulta: edizione oggi rara e ricercata; all’asta su Ebay; con possibilità di scaricare l’e-book gratuito – non l’ho fatto, volevo, e attendevo, IL LIBRO.

La storia: nota, credo, nella sua versione cinematografica, liberamente tratta dal romanzo – la pellicola, vincitrice di sei Oscar, uscì nel 1995, ed è ancora disponibile.

Tom Hanks. Wikipedia

La narrazione, in prima persona, sarà fatta da un ormai adulto-anziano Forrest Gump che, seduto su di una panchina in attesa dell’autobus,  ripercorre la storia della propria vita di ragazzo certificato idiota – Q.I. 70 – traendone un bilancio, positivo anzichenò, quantomeno sulla base di un filo conduttore che ha sempre guidato le sue azioni e le sue scelte: cercar di fare sempre la cosa giusta.

Incipit:

Lasciatemelo dire: essere un idiota non è una scatola di cioccolatini. La gente ride, perde la pazienza, ti tratta male. Ora, si dice che la gente dovrebbe essere gentile con chi soffre, ma lasciatemi dire che non è sempre così. Anche così, però, non mi lamento, perché credo di essermi vissuto una vita piuttosto interessante, per così dire.”

Poco più avanti, metterà a punto la condizione in cui si trova, e da questo momento in poi, il lettore sarà condotto per mano, attraverso il pensiero e le emozioni del piccolo Forrest, poi del giovane, dell’adulto Forrest che, mai tradendo il proprio buon carattere, la qualità della propria intelligenza, condurrà la propria vita, dentro la storia del suo tempo e del mondo in cui è vissuto, a partire dalla cittadina di invenzione in cui era nato, Mobile, in Alabama, verso la fine degli anni ‘40.

Con lui, attraverserà quegli anni, vivendone i drammi e la creatività, Jenny Curran, la bambina amica, la sola che, a scuola, gli aveva offerto amicizia; poi la giovane donna, la donna adulta: per Forrest, l’amore di tutta una vita.

Jenny era stata una bambina intelligente su cui pesava, e peserà, una storia familiare molto difficile, che le renderà faticoso, a lungo, trovare una propria stabilità: se non nella relazione con Forrest, che sarà per lei, sempre, un sicuro riferimento, il punto di caduta che poteva risollevarla nei momenti difficili; il punto di caduta capace di riportarla a “fare la cosa giusta”.

Forrest, l’idiota – di cui peraltro verranno conosciute anomale ed eccezionali capacità di calcolo matematico – sarà il bambino, ragazzo, uomo che, a domanda, spesso non sa rispondere nei modi prescritti, ma non lascia mai sola una persona da cui ha ricevuto amicizia; e neppure qualcuno da cui non l’abbia ricevuta ma che, entrato in relazione con lui, diventerà per ciò stesso una vita di cui farsi carico. 

Ora, io sono lento, ve lo concedo, ma probabilmente sono molto più brillante di quanto la gente pensa perché quello che succede nella mia mente è molto diverso da quello che la gente vede. Per esempio io so <pensare> le cose abbastanza bene, ma quando provo a dirle o scriverle viene fuori una specie di gelatina o qualcosa del genere.”

Forrest ci tiene a far capire bene come funzioni il suo essere un idiota, altrimenti sarebbe difficile, per chi ascolta la sua storia, persino crederci: sarebbe difficile capire la speciale intelligenza di chi, classificato idiota, è semplicemente diverso. Per il meglio.

Forrest ha, comunque, una risposta per le occasioni “formali”- si tratti di un superiore qualsiasi, o di un Presidente degli Stati Uniti – in cui, a domanda, non sa rispondere come prescritto; come non esistessero, nella sua mente, i luoghi comuni e la loro utile funzione sociale. 

Forrest eluderà sempre la domanda del caso con una dichiarazione, incidentalmente sempre vera:

“Mi scappa pipì.”

Forrest corre, ha dovuto diventare velocissimo fin da bambino per sfuggire ai bulli che lo maltrattavano. 

Forrest diventerà un gentile ragazzone gigante e un portentoso corridore. Forrest, per le sue doti atletiche arriverà all’Università – dopotutto, siamo negli U.S.A., e il baseball ha la sua importanza negli studi.

Forrest ha doti – l’obbedienza? La sua incapacità a dire di no? – utili nelle paludi del Vietnam, ma sa trasgredire quando ciò si renda necessario per poter fare “la cosa giusta”; Forrest, che mai lascerebbe un amico in difficoltà, riceverà la medaglia per il suo eroismo nel recuperare, disobbedendo agli ordini e con grave rischio, il suo amico “Bubba”, rimasto ferito a morte nella battaglia, e il suo ufficiale, cui salverà una vita da invalido difficile da accettare.

Forrest vivrà avventure impensabili, al limite del fantastico, che nel film non verranno riprese mentre verrà invece inserita una storia che non fa parte del libro.

Forrest avrà successo nella vita. Meglio: avrà successo secondo i normali parametri sociali (soldi, fama) e lo avrà, mettendosi nei guai, e  facendo sempre “la cosa giusta” – per sé, per i propri affetti, per il bene proprio e altrui.

Forrest narra: difficile credergli per chi lo ascolta: non per il lettore.

E per lo spettatore? Ecco, alla pellicola non si chiede, forse, la verità di una vita; si richiede che tale verità sia coerente con i valori socialmente accettati e che, in cambio dei soldini del biglietto, si possa uscire dalla sala senza troppe domande in testa, commossi, soddisfatti; e confermati nei nostri buoni sentimenti.

Il protagonista Tom Hanks, tuttavia, ha certamente letto il libro, non solo la sceneggiatura. Il suo personaggio è perfetto, e si fa amare nonostante l’impegno del film a ricondurre la storia all’interno del mito americano di una società capace di correggere i propri errori e in cui, in ogni modo, i buoni sentimenti sono di casa. 

Ecco che “Forrest Gump”, fa tornare la memoria a “Comma 22” di Joseph Heller, un libro che, collocando la propria storia al tempo del secondo conflitto mondiale, fu  pubblicato nel 1961, per l’appunto quando era ormai in corso la guerra del Vietnam – per la cronaca, a spanne, durata un ventennio, dal 1955 al 1975, all’interno di un contesto nel quale gli U.S.A. hanno evitato quasi senza remissione di definire “guerra” il proprio impegno in quei territori: vogliamo dire che, oggi, Putin, con la sua “Operazione Speciale”, non ha inventato nulla? 

Winston Groom non è stato Joseph Heller; nato nel 1943, appartiene alla generazione che ha combattuto in Vietnam. Heller, nato nel 1923, ha combattuto nel secondo conflitto mondiale.

Libri diversi, generazioni diverse. Uguale il riferimento, così come lo strumento della storia, il paradosso; uguale diagnosi. 

Sarà il padre di Bubba, il più caro amico di Forrest, morto in Vietnam, a chiedere:

“Forrest, per cosa pensi che Bubba sia morto”

“Perché gli hanno sparato,” dico io, ma lui dice: “No, non è quello che intendo. Quello che voglio dire è, perché? Perché eravamo laggiù”

Ho pensato un minuto e ho detto: “Beh, stavamo cercando di fare la cosa giusta, credo. Stavamo solo facendo quello che ci era stato detto.”

E lui dice: “Pensi che ne sia valsa la pena? Quello che abbiamo fatto? Tutti quei ragazzi che vengono uccisi in quel modo?

E io dico: “Vedi, sono solo un idiota. Ma se vuoi la mia vera opinione, penso che fosse un mucchio di merda”.

Di fronte a una domanda vera, Forrest non ha avuto bisogno di fare la pipì.