Qualcosa sull’autrice: Alice Basso

Era il 2017 quando, con tre anni di ritardo, mi sono imbattuta nei libri, nelle storie, di Alice Basso, giovane scrittrice, nata a Milano nel 1979, naturalizzata torinese.

Dopo essermi goduta (è il  giusto verbo da usare per l’esperienza di lettura dei suoi libri) i primi tre libri della sua prima serie – protagonista: Vani Sarca, professione ghostwriter, al soldo di una grande casa editrice torinese e del suo editore Enrico Fuschi – ho scoperto in seguito, con piacere che, sì, trattavasi di una serie e tuttavia no, non di una semplice serie di romanzi aventi una protagonista fissa, ognuno dei quali autoconclusivo e fine là, bensì di una unica storia in cinque romanzi (due in meno di Harry Potter, per dire, e fuor di fantasy) che avrebbero infine composto un unico romanzo, genere: non saprei che dirne. (Qui)

Cinque anni  – 2015 – 2019 – cinque romanzi: a cadenza annuale. Più un paio di racconti, ancora con protagonista il personaggio di Vani Sarca.

La serie:

L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Garzanti, 2015. 

Scrivere è un mestiere pericoloso, Garzanti, 2016.

Non ditelo allo scrittore, Garzanti, 2017. 

La scrittrice del mistero, Garzanti, 2018. 

Un caso speciale per la ghostwriter, Garzanti, 2019. 

Ed ecco che, un anno dopo, ad aprile 2020, Alice Basso darà alle stampe, sempre con Garzanti, “Il morso della vipera”, primo volume di una nuova serie, ancora una volta in cinque volumi; ognuno con una storia conclusa, ognuno tappa di un percorso. (Qui)

Faranno seguito, ancora a cadenza annuale:

Il grido della rosa, Garzanti, 2021

Una stella senza luce, Garzanti, 2022. 

Le aquile della notte, Garzanti, 2023

Una festa in nero, Garzanti, aprile 2024

In sintesi: dieci anni dieci libri. Di successo.

Si tratterà dunque, anche per questa serie, di un unico romanzo in cinque “puntate”, ognuna delle quali caratterizzata da una storia assegnabile al genere “giallo-ma-non-proprio/non solo”, ambientato nella Torino del 1935, protagonista la giovane, bella e illetterata dattilografa Anita Bo, impegnata a organizzare il proprio futuro di moglie (di un marito oculatamente scelto) e di madre, (come regime fascista e società imponevano senza scampo). 

Senonché, Anita è bella ma è pure intelligente; e l’intelligenza porta pensiero; e il pensiero porta, spesso, a prendere strade non prescritte.

Ovviamente, anche di questo primo romanzo della nuova serie mi è scappata, al tempo, una proposta di lettura: (Qui) ).

Ancora una volta, in ogni libro-serie di Alice Basso ci troveremo a leggere: un “romanzo a puntate”, in questo caso di accurata ambientazione storica e di grande interesse; una commedia con aspetti umoristici; una investigazione su morti, femminili, che oggi definiremmo femminicidio, e non.

Ancora una volta saranno romanzi non assegnabili in toto al genere del giallo mancando, in questo caso, l’obiettivo poliziesco in senso proprio nonostante la presenza di omicidi. 

A riprova, e vale per ambedue le serie, l’ultimo romanzo lascerà il genere per rivelare compiutamente l’aspetto di romanzo di formazione, e il romanzo storico.

Anche qui, di libro in libro, ci sarà un ampliamento dello sguardo che, partendo dalla storia individuale della protagonista, attiverà un effetto grandangolare mostrando la connessione che il destino di Anita, unitamente al destino di ognuno dei personaggi che di romanzo in romanzo verranno introdotti nella storia, legherà ogni vita a quella del gruppo di appartenenza. Legherà ogni vita alla Storia.

In ambedue le serie gli eventi evolvono fino alla chiamata sulla scena, corale, di tutti i personaggi (meno uno: che l’autrice segnalerà ai lettori invitandoli a metterci del proprio) che via via l’avranno arricchita, fino a trasformarla in un’appartenenza al sociale, al politico; dentro un mondo e a ciò che vi accade, con il dovere di farne parte attiva.

E questo vale per ambedue le serie. L’ultimo libro svela, lasciando (non del tutto) gli aspetti di leggerezza, umoristici, pur senza pesantezza alcuna, un obiettivo alto, che si rivela integralmente; che svela i reali protagonisti, non detti ma sostanziali: il mondo della scuola, il mondo dell’editoria, la letteratura e la sua connessione con la vita e con il tempo di vita di ognuno di noi; l’appartenenza di ognuno e di tutti al mondo e a ciò che vi accade, di cui sarà necessario farsi carico. 

Il lettore, a storia conclusa, verrà lasciato con un happy-end orientato ad un futuro di tutto rispetto, dove ciò che appartiene al mondo dell’individuo vive nella connessione: con la società – e con il mondo. 

C’è la scuola, in queste storie; c’è la figura, fondativa, dell’insegnante e la sua importanza nella vita di ognuno di noi.  

C’è la grande letteratura; c’è la buona narrativa, capace di sposare l’intrattenimento del lettore con la qualità e – ma non è ciò che la buona letteratura fa sempre? – con aspetti formativi.

Non so se vale solo per me ma credo che, a lettura conclusa, i libri di Alice Basso non verranno abbandonati: ci scapperanno riletture – magari a salti, recuperando cammei vari in cui ritrovare storie di libri, filosofie di vita, riflessioni, ricordi scolastici che ci hanno segnato indelebilmente. 

Dieci anni, dunque, per dieci libri, non semplicemente “da diporto”, per la ricchezza di riferimenti letterari, per accuratezza di ambientazione storica, per una argomentata e documentata escursione attraverso, per la prima serie, una rivisitazione della grande narrativa U.S.A, poliziesca e non solo, del secolo scorso; degli anni d’oro, gli anni ‘30, del giallo americano con, in questa seconda serie, un originale focus sulla storica rivista “Black Mask”, che non conoscevo e che, attiva dal 1920 al 1951, fece conoscere il genere hard-boiled e autori come Raymond Chandler, Dashiell Hammett, Erle Stanley Gardner, sconosciuti, ovviamente, nell’Italia fascista.

E ora? Con la pubblicazione di “Una festa in nero” Alice Basso, pur senza fornire anticipazioni, sta già informando i suoi entusiastici lettori, via social, sul prossimo appuntamento con una nuova storia, con un nuovo personaggio: che ci accompagnerà ancora una volta per cinque libri? A partire dal prossimo anno? 

Nota: dovrei, in realtà, far riferimento alle sue entusiastiche “lettrici”?Non a “lettori” (maschile non sovraesteso?)

Temo sia così – e dovrebbe ben aprirsi una domanda sul perché mai, ancora oggi, noi donne leggiamo anche storie con personaggi, sia maschili che femminili, narrati da autori maschi mentre i lettori leggono storie con protagoniste femminili (sovente con aspetti di improbabilità) solo se scritti da maschi. Di più: con personaggi femminili da portare a morte colpevole e redentrice, possibilmente: Madame Bovary e Anna Karenina docent. E se Natasha Rostova non muore la paga cara, comunque, pur con tutta la simpatia da parte dell’autore. 

Condannando, peraltro, se stessi a conoscere poco un mondo femminile cui, pure, appartengono, nella speranza di poterlo, immagino, ancora modellare secondo desiderata fasulli e dannosi: e veicolando, purtroppo anche alle donne, un’immagine del femminile modellata sui loro desiderata; che non ha mai fatto del bene né alle donne, autrici o lettrici fa lo stesso, né a loro.

Lev Tolstoj, Gustave Flaubert e compagni: autori di libri bellissimi, da leggere e rileggere, ovviamente – ma senza rinunciare a uno sguardo tra le fessure. Si può fare; lettori o lettrici, nasciamo padroni del libro, di ogni libro.

Un passo indietro, dunque, per conoscere questa autrice (peraltro, oggi, ben nota) che vanta un curriculum di tutto rispetto: professionale e letterario.

Alice Basso vanta infatti, come intellettuale, come professionista in campo editoriale, come scrittrice e artista multiforme, un curriculum che ha dell’incredibile per qualità e per, mi vien solo la parola “corposità”, dei contenuti. 

Classe 1979, laureata in Storia contemporanea alla Normale di Pisa (ma guarda un po’), cui aggiungere un master in Comunicazione e media.

Ha lavorato – lavora? – con diverse Case Editrici, in vari ruoli, da traduttrice a redattrice a attività di produzione testi per Aziende nel campo dei prodotti multimediali.

Poiché, con ogni evidenza, le rimane abbondante tempo libero, la giovane signora si dedica alla musica: suona, chitarra e sassofono, e canta con una sua band. 

Suo lo spettacolo “Piratesse”, musica e testi originali, andato in scena ad Aosta nel novembre 2023, con Claudia Fassina, Elisa Lorenzo e Maria Chiara Maccarrone, all’interno di una rassegna sul tema delle differenze promossa dalla Commissione per le Pari Opportunità del Comune. (Qui)

Incidentalmente: è di Alice Basso la voce che legge i propri romanzi in versione audiolibri.

Ora, io non sono una “ascoltatrice” di libri, anche se mi riprometto sempre di provarli: amo “leggere” (fermarmi, tornare a pagine precedenti, sostare per cercare una parola, un autore, una canzone, citati e a me sconosciuti – grande cosa lo smartphone al tuo fianco! –  sottolineare a oltranza e, se la lettura è su cartaceo, purtroppo, riempire il testo di segnacci e i margini di note). Mi sento tuttavia certa del fatto che registrare la lettura di un libro non sia un’attività di tutto riposo, cui dedicarsi mentre si cucina.

Ultima nota: Alice Basso è, con altri, l’illustratrice di un libro di Barbara Fiorio,  che mi incuriosisce e dunque sto per leggere: “C’era una svolta: Cosa hanno in comune Andersen, i Grimm e Perrault con Disney? Niente.” E, sempre con Barbara Fiorio ha, vogliamo dire organizzato?, la scrittura di un libro a più mani, con i partecipanti al laboratorio di scrittura narrativa (denominato GSSP: Gruppo di supporto scrittori pigri) animato da Barbara Fiorio.

Nota: Barbara Fiorio. Non conosco ancora abbastanza questa scrittrice ma credo sia una voce da conoscere. 

C’è in giro, con ottimi risultati, tutta una fioritura di scrittura al femminile e, ma forse pare solo a me, letta se non solo, prevalentemente da donne (e alla fin fine, perché non dovrebbe andar bene così? Prima o poi i nostri scrittori, quelli le cui storie d’amore non vengono classificate “rosa”, noteranno un calo delle loro lettrici e forse qualcosa accadrà).

Quello che è certo, ritornando ad Alice Basso è che, fatto salvo un carattere che viene proposto come solare (nelle interviste, nei social, negli incontri con il proprio pubblico), la nostra sembra assomigliare terribilmente al suo primo personaggio, misantropia a parte, intriso da pezzetti di altri personaggi.

Quello che è certo è che, velato da una scrittura accattivante e di qualità, da una gestione del progetto-libro da professionista accurata, pignola e geniale, di serie in serie Alice Basso nasconde, attraverso la leggerezza con cui trattiene sulla pagina il lettore (maschile sovraesteso! Maledizione! lasciamolo lì, ci capiamo) un percorso che la condurrà a far parte della grande letteratura.

Mi sbilancio troppo? Non credo.

Nota a margine: e il romanzo? Cosa sta diventando? Seriale? A puntate, di libro in libro?

E cosa stanno facendo le Case Editrici? E la Casa Editrice Garzanti, in quanto parte in causa? Il gruppo GeMS in particolare? 

So di mettere in campo una gran confusione ma le cose stanno così. Sento nell’aria molte domande. Mentre il mondo va a rotoli ma è imperativo vivere e lavorare al futuro.

Alice Basso aiuta. Senza parere, aiuta.