Pier Paolo PasoliniGiorno dei Morti. A ciascuno i suoi, e ad ognuno di loro un diverso rimanere in vita, che non vale dire ‘nel ricordo’ perché non è così. Quantomeno, non è solo così, e tanti sono i modi della vita, così come tanti sono i modi dell’essere morti. Ci sono i morti vivi e i morti morti. Basta guardare i giornali, dove le morti si fanno numero.

Ci sono coloro che non muoiono, mai, pur nei limiti che il ‘mai’ porta con sé; e coloro che sono morti per qualcuno e vivono per e con altri. Senza scomodare i Grandi della storia (penso alla storia della parola, del pensiero, della fantasia, dell’immaginario), la morte di David Wallace resta, per me, senza consolazione; e mi manca, proprio nel quotidiano, la possibilità di ascoltare ancora Kurt Vonnegut parlare e raccontare altre storie; mi mancano i loro nuovi libri che non leggerò. Arrivo a rimproverarli per questo. Poi mi accorgo che mi sbaglio, sono vivi, e i nuovi libri stanno dentro quelli che ancora leggo e rileggo, e la loro voce parla, dice cose nuove alla nuova persona che ogni giorno sono io, essendo morto il mio ieri per dar vita al mio oggi. Diverso.

PraderadegoCaldo afoso e gita in libreria. Una sola libreria visitata, “Canova”, dopodiché il sole a picco ha consigliato il rientro a casa. Tuttavia, una gita abbastanza soddisfacente. Due libri. Un terzo lo dovrò ordinare perché, datato due anni fa, ovviamente non è più reperibile (quanto mi fa arrabbiare questa cosa!). Comprendo bene il problema, facciamo il gioco delle frasi fatte e diciamo che “lo spazio è tiranno”. Diciamo anche che, come tutte le frasi fatte, anche questa esprime, al fondo, una verità e una sciocchezza congiunte: lo spazio è, per definizione, insieme al tempo, il luogo della libertà: dipende da come si sceglie di utilizzarlo. Sono in ogni modo costretta a riflettere, a mio scorno, sulla mia pretesa di trovare una libreria che si faccia carico di tenere i libri che <io> scelgo, disponibili quando <io> li voglio, il che peraltro non corrisponde quasi mai a quando vengono editati dato che, rispetto alla nuova uscita, sto comunque leggendo qualcos’altro e ho in corso il mio arretrato di letture desiderate. Lasciamo perdere. Onore al libraio, che lo merita. Mestiere difficile.

2527-1275536166cK8PProlegomeni a “Infinite Jest”, di D.F. Wallace (2)

Durante i viaggi, ma ancor più dentro i libri, si incontrano altri, da conoscere, che ci parlano e con cui, a nostra volta, parliamo. Ci sarebbe molto da dire sulla relazioni che si formano, viaggiando dentro un libro, sulle identificazioni e sui respingimenti, sui riconoscimenti di possibili diversi modi di rapportarsi al mondo, da cui trarre suggestioni. Senza dire che, dentro un libro, si viaggia anche nel tempo.

A pesca nelle pozze più profonde, Paolo CognettiPaolo Cognetti, “A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull’arte di scrivere racconti”, Minimum Fax 2014.

 

Mio marito mi regalò una scopa per Natale. Nessuno può convincermi che fosse un pensiero gentile.” (Grace Paley, “Un interesse nella vita”, in “Piccoli contrattempi del vivere”).

Di mattina lei mi versa il whisky sulla pancia e se lo lecca tutto, di pomeriggio cerca di buttarsi dalla finestra.” (R. Carver, “Gazebo”, in Principianti)

In autunno c’era ancora la guerra, però noi non ci andavamo più” (E. Hemingway, “In un altro paese”, in: “I quarantanove racconti”).