
Un piccolo libro letto al volo; un lungo racconto, con l’aggiunta, in appendice, di una selezione di brani scelti, una piccola preziosa antologia tematica. Un bel riposo postprandiale divano-libro.
Christa Wolf, «Premesse a Cassandra», edizioni e/o 1985
Quattro lezioni su come nasce un racconto
Traduzione e Note a cura di Anita Raja
È impossibile giovare a questa cupa umanità;
nella maggior parte dei casi non restò che tacere,
per non essere considerati folli come Cassandra
quando profetizzammo ciò che ormai era alle porte
(Goethe, 1794)
Christa Wolf, «Cassandra», edizioni e/o 1985
Traduzione e Introduzione a cura di Anita Raja
Già torna a scuotermi Eros che/scioglie le membra,/dolceamara, indomabile, oscura/belva
(Saffo)
«Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l’hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l‘ultima cosa che vide. Un nemico da tempo dimenticato e i secoli, sole, pioggia, vento, l’hanno spianata. Immutato il cielo, un blocco d’azzurro intenso, alto, distante. Vicine, oggi come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta da cui non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola.»
In quest’ultima settimana, chiuso il libro di Wallace, confesso di essermi letteralmente tuffata dentro il mondo rassicurante dei migliori polizieschi – due Hercule Poirot d’annata, uno in seguito all’altro, come esercizio di recupero (mantenimento, si spera) del mio benessere mentale.
Ho dunque fatto visita a due ottime famiglie: una visita alla residenza di campagna di sir Henry e Lady Lucy Angkatell (“Poirot e la salma”), nel piccolo centro di Market Basing, dove mi pare si localizzi più di una indagine di Hercule Poirot; una seconda visita a Littlegreen House, residenza dell’anziana signorina Emily Arundell (“Due mesi dopo”) purtroppo deceduta, morta ammazzata, come Hercule Poirot scoprirà.