L’e-book: per farne quale uso? E da parte di chi?

Questa chiacchierata è una parentesi nella linea – parlare delle letture innon sperate di liberarvi die libri_recensione corso – di queste conversazioni, che, peraltro, non hanno propriamente un tema obbligato.

Desideravo da un po’ toccare un argomento che ritorna, parlando con le persone, nei blog, e ovviamente dopo aver letto e recensito il libro di Eco-Carrière. Avevo tralasciato l’argomento in attesa di finire la mia scorpacciata di libri accumulati. Ora è terminata e per quanto riguarda la mia lettura, resta da vedere cosa ancora finirà qui. Sarà tema di un’altra chiacchierata, insieme ad una nuova scorta di libri.

Dunque: il tema che voglio affrontare sarebbe ampio, troppo: i libri a stampa e gli e-book, gli acquisti on line, per non parlare della pirateria informatica (per quanto riguarda il tema libri). Mi limiterò al tema e-book.

I libri, per quanto mi riguarda, vengono prima del companatico, se non del pane, tuttavia ho subito amato gli e-book, sono una patita del Kindle, e vorrei spezzare una lancia a favore di questo o altri strumenti che, oltre a non provocare la sparizione del libro a stampa, a mio parere costituiscono una speranza per un suo migliore futuro. Provo a spiegarmi.

Nella Prefazione a “Non sperate di liberarvi dei libri” Jean-Philippe de Tonnac chiude scrivendo: “Forse, susciteranno anche una certa nostalgia in chi possiede ormai gli e-book” (la sottolineatura è mia). Ecco, questa è una sciocchezza! E detta proprio a commento di un libro scritto da Carrière, co-autore con Guy Bechtel del Dictionnaire de la bêtise et des erreurs de jugement. Da quanto scrive, sembra quasi che un certo numero di persone, in quanto utilizzatori di e-book, abbia gettato via tutti i libri in precedenza posseduti e deciso di non acquistarne mai più altri. Follia! Davvero qualcuno può pensare che gli e-book sostituiranno il libro nel senso che o c’è l’uno o c’è l’altro, tertium non datur? Vorrei proprio conoscere questo tale….

Ora: un libro è un libro ed è cartaceo. Stabilito questo, se è vero che i lettori forti sono pochi è vero che sono coloro che comprano libri; se la libreria si basa sui lettori deboli è condannata – e siamo vicini alla meta – a diventare un supermarket: venderà perlopiù quelli che io chiamo ‘oggetti a stampa per diporto’, e non più libri.

Per me, invece, l’e-book è quella cosa che serve:

  1. ad avere COPIA del libro cartaceo e la possibilità conseguente di portare sempre con me una ragionevole biblioteca, non solo in autobus, treno, aereo, ma ovunque mi trovi lontano dai miei libri, soprattutto all’estero, dove una lingua non mia mi chiude l’accesso ad una libreria. L’e-book risolve meravigliosamente il tragico ‘non ho niente da leggere’ (che mi vada a genio in quel momento, sottinteso: una non può avere con sé uno o due libri in tutto), avendo ad es., oltre a libri reperibili con un click, una buona scorta di Dostoevskij e Tolstoj, un po’ di romanzi dell’800 e in genere di quei libri che si si possono rileggere sempre, un Don Chisciotte etc., Poesia varia, Divina Commedia Iliade Eneide e Odissea comprese. Nonché una scorta di buoni vecchi gialli classici.

  2. Ancora: l’e-book permette di leggere, a pochi soldi, PRIMA di acquistare, così da dedicare il budget (purtroppo tutti dobbiamo mettere un limite alla spesa e allo spazio in casa) a libri valutati. L’e-book non mi farà risparmiare, mi farà orientare meglio l’acquisto evitandomi di riempire la casa di libri usa e getta (c’è anche una lettura di evasione, magari di qualità ma che non si sente la necessità di conservare in cartaceo, cosa che, avendo acquistato il cartaceo, poi si fa: un libro non si butta. E occupa spazio).

  1. Ultima cosa: l’e-book può far leggere di più persone che leggono poco: per chi non è un lettore competente è difficile l’accesso alla libreria supermarket, l’offerta è confusiva, come cosa dove scegliere; ed è ancor più difficile l’acceso alla piccola libreria più o meno specializzata, dove il lettore debole si sente (erroneamente, ma talvolta è proprio così) respinto.

Chissà mai che, per questa via, le librerie non possano ritrovare la loro Mission (per usare un termine aziendale di moda: scusate), i lettori il loro luogo di culto, e chissà che i lettori non possano aumentare dato che, se è auspicabile l’aumento dei lettori forti, quelli, per intendersi, da almeno un libro la settimana, quelli che spaziano su vari generi, è anche importante aumentare il numero dei lettori tout court, e non importa su quale supporto leggano. Per fare un diverso esempio: è certo importante portare la gente ad andare a teatro ma era bello quando la TV pubblica proponeva ottime riprese dai più importanti teatri e diffondeva il piacere e la conoscenza delle grandi operare teatrali, o della grande musica per quelli che, comunque, a teatro non ci andavano/non ci sarebbero potuti andare mai. Era un modo per portare più gente, non meno gente, a teatro.

Così, l’e-book può portare più gente, non meno gente, a leggere, può portare le librerie ad essere il luogo dove ci sono i librai, e gli ‘oggetti a stampa’ ad usufruire di canali loro consoni: il supermarket, appunto, e anche l’e-book, appunto. E hai visto mai che, prendendo l’abitudine, alla fine il lettore debole non prenda il vizio di rivolgersi anche alla libreria. E per i lettori, la casa sarà piena di libri amati, e non di figli illegittimi tenuti per carità (non cristiana).

Per tutti questi motivi, credo che l’e-book sia una risorsa e una speranza per il libro cartaceo. Con tutti i limiti che il mezzo ha, restando il libro insostituibile. Perché è, appunto, il libro.