Inizia il tempo (per lo più immaginato) delle vacanze, del mare e dei monti; dei sogni di un tempo da dedicare a sé, al riposo, alla deposizione degli impegni lavorativi e sociali.
Poi, le cose, per ognuno, non stanno propriamente così; la vacanza sarà in parte il sogno della vacanza: ma l’immaginario aiuta. Induce, sotto l’ombrellone, nonché in procinto o meno, ad alleggerire la nostra presa sulle cose, sul pensiero, sugli impegni.
È il tempo per, anche, letture di svago, che rispondano a caratteristiche precise: consentire una lettura gradevole, per qualità e per contenuti, che non impegni tuttavia il pensiero su temi per noi, o in sé, critici (e di questi tempi, hai detto niente!); non urtare, di massima, i nostri stereotipi, le nostre idiosincrasie; essere leggibili anche in ambienti esposti a interferenze; non subire grave danno da queste ultime ed eventuali.
Lettura tipica: il (più o meno) noir che offre oggi autori/autrici italiane che si cimentano nel genere con buone, interessanti produzioni. È una categoria che annovera, storicamente, autori di tutto rispetto, da Augusto De Angelis a Giorgio Scerbanenco, a Fruttero & Lucentini, fino alla molto ricca stagione degli autori contemporanei.
Ci sono opere interessanti, da scegliere a proprio gusto, in tutte le Case Editrici di buon livello per dimensione e per qualità di presenza sul mercato; e tralascio l’indicarle così come l’indicare autori molto noti di cui mi colpisce tuttavia, così, a spanne, un dato; solo percepito? Sono nella grande maggioranza maschi.
Essendo, storicamente, il noir, soprattutto anglosassone e statunitense, un’area che vede molta scrittura femminile (talvolta mascherata sotto pseudonimo maschile), nel giallo italiano, che pure ha una sua specificità e una sua alta qualità, le voci femminili scarseggiano, quantomeno tra gli autori che raggiungono una certa notorietà. Non spiccano nomi femminili di autrici presenti sui media e nei canali di comunicazione più diffusi, sulla carta stampata, per presenza in trasmissioni televisive, ecc.; tutte aree in cui, invece, la presenza di autori di noir è significativa, anche al di fuori del loro campo, ad esempio in qualità di opinion maker, per la conduzione di programmi televisivi, o semplicemente per partecipazioni estemporanee, interviste, altro.
Quanto dico è unicamente un’impressione, non verificata, che tuttavia non credo sorga dal nulla, tanto più se considero il fatto che, pur avendo ben presente il tema della posizione della donna in ogni società umana, come lettrice confesso di non porre particolare attenzione al genere dell’autore/autrice.
Cerco dunque, nella memoria, autrici di noir italiane e, certo, trovo: tutto sta nel fatto che non ho (avevo) avuto occasione di farne la conoscenza? Non lo credo probabile.
Così, vado alla ricerca – a spanne, di massima. Eventualmente servirà approfondire.
Anche in Italia, (scopro, e dirò poi) la pattuglia delle autrici di noir è corposa e (ancora scopro, e dirò poi) pure di qualità: relegata tuttavia (mi pare? mi sbaglio?) nella vasta area della editoria minore, che neppure è possibile dire di nicchia (sarebbe qualcosa); proposta invece da un’editoria che, troppo spesso, essendo raggiungibile unicamente online, e in un cartaceo che non ha possibilità alcuna di una buona visibilità in libreria, viene facilmente snobbata dal nostro mondo di lettori/lettrici che, diciamocelo perché è così (con più di una giustificazione, ma anche no) se da un lato lamenta la scarsa attitudine alla lettura del popolo italiano dall’altra snobba una certa produzione che fa una parte della fortuna di Amazon (lo rivela il numero delle recensioni) e neppure va a vedere se, di là, non ci possa essere qualcosa: confondendo la alta qualità di un libro con la sua notorietà dentro il mondo della critica ufficiale del suo autore.
Perché diciamolo: è vero che nel vasto mondo degli ebook a euro 0,99, e su su fino a euro 3,99 o giù di lì c’è del ciarpame, ma è altrettanto vero che un analogo ciarpame si trova anche nel mainstream più accreditato, e persino premiato.
(Nota: è mia scelta, da sempre, con rarissime eccezioni possibili, non dedicarmi a stroncature. C’è troppo di buono da leggere intorno a noi e preferisco fare una brutta figura apprezzando un libro che non lo merita, (una lettura che, tipo, mi ha catturato perché giunta al momento adatto) piuttosto che lanciarmi in un’attività di critica che non mi compete: i morti seppelliranno i loro morti.
Ora, avviene che una serie di motivi contingenti – l’estate imminente che induce; la scelta, ormai consolidata, di lasciare il libro cartaceo del giorno e portarmi a letto una lettura leggera in e-book per un buon addormentamento (sono un’insonne cronica); l’opportunità di portare un qualche rispetto alle mie finanze – mi hanno indotto a gironzolare in Amazon e spulciare a caso.
Difficile orientarsi in tale giungla, irritante pure, anche a causa di orride copertine che, da sole, portano a distogliere lo sguardo da nove proposte su dieci: scopro tuttavia che si può fare, con qualche buon risultato.
Da cosa nasce cosa. Scoperta, qualche tempo fa, ci avvicinavamo a Natale, un’autrice appetibile (Alice Basso: qui ) all’interno della “normalità” costo/editore (editore Garzanti e prezzo congruo), incontro un’altra autrice, Alessandra Carnevali (editrice Newton Compton e prezzo decisamente contenuto): ancora una trilogia; e una Commissaria, destinata, direi, a non aver nulla da invidiare a celebri (tanti! Troppi!) Commissari cartacei incoronati pure da mamma TV ( ne avevo accennato, qui.)
Che dire: un paio di mesi fa mi sono bevuta tutte e tre le storie in tre sere (insonni non a causa del libro ma rese direi piacevoli in tale compagnia): buona scrittura, personaggio intrigante, ambientazione curata, storie, come tipico del giallo italiano, in cui la parte investigativa è sicuramente importante ma viene sostenuta anche dal contesto e dal tutto tondo dei co-protagonisti.
Un personaggio fisso tutto da seguire – nel genere c’è chi, al bisogno, si spara in vena alcune puntate di una serie TV e c’è chi si spara invece due tre ore con un buon giallo.
Dopodiché, poiché l’uso di certe sostanze cartacee causa dipendenza e, in aggiunta, mi era sbocciata la curiosità per un universo giallo femminile che intravedevo sostanzioso, mi sono dedicata ad una ulteriore ricerca in zona Amazon prime – gratuito, in sola lettura o giù di lì, al cartaceo ci penseremo eventualmente poi – ed ho trovato la terza piacevole sorpresa: in questo caso con una strana storia editoriale in aggiunta.
Corciolani Valeria. Giovane autrice, nonché illustratrice per l’infanzia: che solo io non conoscevo?
Vista la sua storia editoriale non credo, pure se, visto il numero di commenti su Amazon e supponendo il rapporto tra lettori e commentatori altamente sbilanciato a favore dei primi, credo abbia maturato una sua presenza all’interno di un target di lettori.
Corciolani apre la sua storia nel noir con un romanzo, “Lacrime di coccodrillo” editato da Mondadori. Opera prima. Siamo nel 2010.
Partenza con le fanfare, dunque. Se non che, da allora, Valeria Corciolani pubblica ben altri cinque romanzi, oltre a racconti vari, variamente collocati vicini all’invisibilità editoriale.
Si tratta di una produzione corposa, di cui fanno parte un nuovo romanzo che riprende i personaggi del primo (tre amiche con le loro storie di vita e un ispettore di Polizia), e un romanzo, “La mossa della cernia”, una storia simil-noir, con un grande numero di personaggi e un’ambientazione corale molto interessante, nonostante qualche difficoltà a seguire causa affollamento della scena. Completano il quadro altri tre romanzi di una serie (La colf e l’ispettore), propriamente noir (leggero, umoristico pure).
Nativa e, suppongo, residente a Chiavari, le sue storie sono ambientate tutte nella sua città: dove, confesso, mi è venuta voglia di trasferirmi.
La storia editoriale, dicevo: curiosa.
Il rapporto con Mondadori si interrompe subito e viene seguito dalla collaborazione, dal 2014, la con Emma Books, casa editrice femminile che pubblica in digitale. Con Emma Books Valeria Corciolani pubblicherà due romanzi e l’edizione digitale del suo primo romanzo.
Dopo aver pubblicato in cartaceo lo stesso romanzo con Erba Moly Editore, una nuova piccola Casa Editrice piemontese, dal 2017 passerà a pubblicare con Amazon Publishing i tre nuovi romanzi della serie “La colf e l’Ispettore”.
Trovo tuttavia, sul sito www.unilibro.it, senza data, un nuovo titolo, “Nero fondente” in corso di pubblicazione da Mondadori: rientro alla base dell’autrice? Recupero, da parte di Mondadori, di un’autrice di valore perduta?
Interessante caso di percorso editoriale a suo modo alla rovescia, se vogliamo. Mi si passi: adeguatamente cocciuto. La ragazza ha buoni numeri. E mi ha aperto curiosità sulle <sue> case editrici.
Una storia editoriale che dice qualcosa. Non so bene cosa ma da ascoltare. Quel che è certo è che mi sono fatta una scorpacciata dei suoi libri (con minor interesse per la serie La colf e l’Ispettore; con interesse reale per i romanzi, in particolare per “Il morso del ramarro”, una storia, dei personaggi, un intreccio davvero interessanti: sarà la prossima recensione, immagino (mentre, avendo cambiato parte dei miei programmi di lettura, al momento sono immersa in “La Repubblica del Leone. Storia di Venezia” di Alvise Zorzi. È un grosso tomo; chiede di esser letto nel dovuto tempo e con tranquillità.
Mi sono scoperta l’esigenza, da veneta, di capire bene da quale storia di pirati provengo, pure se è una storia che conosco. Val la pena di compiere un ripasso accurato, nel caso mi fosse scappato qualcosa.
Precisazione necessaria: tutti abbiamo storie di pirati alle spalle, a qualsiasi parte del mondo, o dell’Italia fa lo stesso, apparteniamo. Ma ci sono storie e storie e ci sono pirati e pirati.
Alla fine, forse ne racconterò, forse no, anche se il libro è molto interessante e di lettura piacevole, pure se non agilissima causa rimandi storici da recuperare.
Alla prossima puntata. Buone vacanze a tutti.