E a proposito dei legami che, intrecciando una lettura all’altra, fanno sì che da ogni libro si dipanino sentieri per altre letture-viaggi, altri luoghi, altri mondi, oggi vorrei raccontare l’aprirsi di un sentiero, di più sentieri – di una via maestra, in effetti – che rallentano e intensificano la mia lettura in corso.

In questi ultimi giorni – deve trattarsi di una anomala congiunzione astrale – qui da me si sono accumulati libri, aperti sentieri, con desideri e attese disparate, mentre sto fortemente abbarbicata al libro che sto leggendo, fonte, peraltro delle attese e dei desideri che sussurrano al mio orecchio e vorrebbero condurmi su altri percorsi.

Wu Ming 1Wu Ming 1[1], “Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della guera granda” Rizzoli 2015

Si fa presto a dire Nordest, ma le tre regioni dell’Italia nordorientale cingono nei propri confini territori e paesaggi diversissimi: montagna e pianura, altipiani e lagune, entroterra e litorali, oltre a due diverse sponde dell’Adriatico. Sì, l’intera provincia di Trieste è già dall’altra parte. Molti italiani si stupiscono quando glielo fai notare. C’è chi capita a Trieste e poi dice: ‘Ma come, il sole tramonta sul mare?

La rivista ‘Internazionale’, che ha pubblicato a puntate una sintesi di questo libro, lo ha definito un “racconto-inchiesta”. Che parla del ‘Nordest’, inteso come entità geopolitica e, dati certi presupposti, identitaria.

RicordiNon so come dire, ma il settembre che si approssima porta con sé il senso di un inizio, di un tempo che, nell’attesa, prelude a qualcosa di nuovo.

Saranno lontani echi scolastici, il nuovo anno che iniziava, l’acquisto dei nuovi libri, la curiosità che ce li faceva scorrere e leggere saltabeccando tra notizie e nozioni cariche di attesa, poesie e racconti qua e là, tanto interessanti quanto sarebbero stati poi fonte di quotidiana noia; quel particolare modo del calendario che ci ha accompagnato se non lungo la maggior parte della nostra vita certamente nel corso della più intensa, di anni che hanno segnato in maniera indelebile il nostro diventare adulti.

PraderadegoCaldo afoso e gita in libreria. Una sola libreria visitata, “Canova”, dopodiché il sole a picco ha consigliato il rientro a casa. Tuttavia, una gita abbastanza soddisfacente. Due libri. Un terzo lo dovrò ordinare perché, datato due anni fa, ovviamente non è più reperibile (quanto mi fa arrabbiare questa cosa!). Comprendo bene il problema, facciamo il gioco delle frasi fatte e diciamo che “lo spazio è tiranno”. Diciamo anche che, come tutte le frasi fatte, anche questa esprime, al fondo, una verità e una sciocchezza congiunte: lo spazio è, per definizione, insieme al tempo, il luogo della libertà: dipende da come si sceglie di utilizzarlo. Sono in ogni modo costretta a riflettere, a mio scorno, sulla mia pretesa di trovare una libreria che si faccia carico di tenere i libri che <io> scelgo, disponibili quando <io> li voglio, il che peraltro non corrisponde quasi mai a quando vengono editati dato che, rispetto alla nuova uscita, sto comunque leggendo qualcos’altro e ho in corso il mio arretrato di letture desiderate. Lasciamo perdere. Onore al libraio, che lo merita. Mestiere difficile.

PENTAX ImageBasta discorsi sull’editoria, almeno per ora. Nel frattempo, ho accumulato letture, desideri di letture, libri iniziati, e un bel po’ di disordine dentro al quale attendo, senza alcuna certezza, la serendipità su cui faccio sempre affidamento e che solitamente non mi tradisce.

Cerco una cosa e ne trovo un’altra? Va bene. Mi trovo tra le mani qualcosa che non avrei mai, per mia scelta, ricercato? Va bene ancora, e forse di più. Spesso significa che proprio là ero diretta e là c’era ciò che mi tornerà utile, o piacevole, che è lo stesso, e non starò a farci sopra la dimostrazione; la cosa, se si vuole, è intuitiva.