La libraia virtuale chiuderà, per rinnovo dei locali e, beata me, anche per ferie, per tutto il mese di giugno.
La riapertura è prevista con inizio luglio
In questo tempo, saranno riordinati gli scaffali – operazione già in corso ma che richiede, di necessità, una interruzione nell’attività della libraia mentre la libreria, essendo virtuale, rimane aperta per chi volesse entrare e scartabellare tra ciò che c’è, così come rimarranno aperti gli spazi per commenti e la mail di comunicazione con i lettori, che riceverà sempre risposta.
Alla riapertura, ci sarà un nuovo CATALOGO PER AUTORE che consentirà di recuperare suggerimenti di libri proposti negli articoli ma non formalmente recensiti, e il link all’articolo che ne parla, talvolta solo come segnalazione, quasi sempre con qualche informazione sul libro e sull’autore, più o meno concisa: ove si parla, dunque, di libri, pur non recensiti, presenti in libreria.
Altre novità? Forse, lo spero, ma il lavoro (virtualissimo, nulla di concreto, ancora solo pensieri nella testa) è in fase di progetto, non è stato ancora aperto il cantiere, e dunque staremo a vedere se e cosa ne uscirà.
Nel frattempo, confido di ritrovarvi tutti. Io continuerò a seguire l’attività dei blog, a lavorare per la riapertura e per un’estate in compagnia.
E ora due chiacchiere, per chi ne ha voglia. E mi scuso da subito se parlerò un po’ di me e di questo blog.
Quando ho aperto La libraia virtuale – sono trascorsi ad aprile due anni dal suo avvio effettivo – l’ho fatto sicuramente sulla base di una piccola idea molto poco confrontata con la realtà.
È innegabile che, se fossi stata in grado di operare un vero confronto di realtà tra i miei progetti e i miei desideri, probabilmente non avrei mai iniziato. E avrei sbagliato: perché i due anni di vita di questo blog sono stati, per me, un impegno faticoso ma molto interessante, anche gratificante, e piacevole. Con mia sorpresa, devo dire, sicuramente dovuta alla mancanza di una qualsivoglia unità di misura di risultato.
Mi piace scrivere, condividere le mie letture; mi piace soprattutto, tramite questo blog, aver trovato altri blog da cui trarre suggerimenti su libri per me nuovi, e scoprire punti di vista diversi su libri che ho letto ed amo – perché lo stesso libro, letto e amato da persone diverse, è amato in modo diverso, parla con altra voce, dice cose nuove. La sua rilettura sarà dunque particolarmente interessante.
La rilettura di un buon libro è infatti, sempre, una nuova lettura, che val la pena di esplorare. Se non fosse così, sarebbe come se, incontrando una persona nuova, e trascorrendo con lei una bella serata, o una breve vacanza, si ritenesse inutile rivederla ancora, pensando di aver già tratto da tale relazione tutto ciò che poteva dare. Una cosa inconsulta.
Certo, dal mio progetto iniziale a ciò che questo blog rappresenta, per me, oggi, c’è una distanza. Ad esempio, pensavo di poter condividere non solo la lettura ma anche la scrittura, pensavo di poter mettere a disposizione di
altri questo spazio – cosa che non solo non è avvenuta ma, ora lo capisco, non aveva molto senso anche se, ad ogni buon conto, il blog resta aperto a questa possibilità.
Non ho mai fornito dati, informazioni, sui “risultati” che questa piccola libreria ottiene: dopotutto, si tratta, per definizione, del mio sogno di poter gestire una “libreria in perdita” (se non conoscete il mio sogno e lo volete conoscere, lo trovate qui; e in ogni modo, non disponendo, come ho detto, di una unità di misura, faccio difficoltà a valutare, se non sulla base della mia soddisfazione e della dimensione che, da sola, mi è possibile gestire.
Talvolta, mi ritrovo a pensare il blog come se fosse una vera libreria; mi preoccupo dei pochi libri che contiene, e del tempo necessario a riempire gli scaffali, a un libro per volta. E mi chiedo (come parte del gioco a “facciamo finta che…”): basteranno questi clienti per andare verso il pareggio di bilancio?
Dai! Giocate con me! Qualcuno può dirmelo? Si tratta, al mese, pressappoco, di 450 – 500 visitatori che, in totale, entrano in negozio per 1200 – 1500 visite; 80 follower.
E no, credo di non essere sulla via del pareggio di bilancio, ma la libreria DEVE essere in perdita, per definizione, altrimenti il bel gioco sarebbe finito.
Ora, tuttavia, al di là delle ferie (in famiglia abbiamo grandi progetti per una lunga vacanza, prendere il camper e andare; poi si vedrà se e come ciò avverrà) e al di là del gioco, sento il bisogno di fare il punto, guardare il percorso compiuto, operare una verifica di senso di queste pagine, per meglio indirizzarne, se possibile, la prosecuzione.
Nel fare le cose, quale regola per vincere l’esitazione, per non dire la pavidità, ho sempre tenuto a mente un detto di Einstein – “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa” – che, se pure da lui espresso avendo in mente ben altri obiettivi, non manco di ricordare ogni qualvolta mi accingo a cucinare una torta (poco importa se poi avviene che i risultati disconfermino il grande Einstein).
E ora, questo blog e la scrittura, anche faticosa, che richiede (e che mi piace), che non lascia tempi vuoti, che costringe a sorvegliare le letture, a non indulgere a periodi di indolenza, mi stanno chiedendo una pausa di riflessione. Ora ho bisogno di tempo per riordinare i libri sugli scaffali – come si sa, in una libreria, un libro fuori posto è un libro perduto e mi sono accorta che, nella mia minuscola libreria, sono tanti i “libri perduti”: sono tutti quelli che, negli articoli che intercalano le recensioni, presento, propongo, segnalo, ma che, pur facendo parte delle mie letture e delle mie proposte, non vengono recensiti, per la necessità di operare una scelta.
Non si tratta di libri di minor interesse; talvolta, si tratta di libri che, per qualche motivo, si sono presentati alla memoria, e al desiderio, ma alla cui rilettura ho soprasseduto, rinviandola. Ci sono sicuramente anche libri cui capita di fare riferimento – vogliamo dire, per esemplificare con un libro che non c’è, «I promessi sposi», tanto per andare sul sicuro, che senza dubbio DEBBONO esser presenti in ogni libreria, ma costituiscono un libro del quale ovviamente MAI oserei scrivere una recensione, perché a tutto c’è un limite, e dunque anche al mio scarso senso della realtà e dell’opportunità.
Per inciso:
«I promessi sposi» è un libro davvero godibile, assolutamente da leggere per il proprio piacere, cancellando il ricordo di una lettura scolastica obbligata e quasi sempre disastrosa, a pezzi scanditi non sui propri tempi ma sul calendario di lezione dell’insegnante e sulla sua programmazione, vincolata dall’interrogazione; come dire peggio che essere interrotti dalla pubblicità (ricordate – ma per farlo dovreste essere vecchi come me – l’allora quasi giovane Maurizio Costanzo, quando, per contrastare l’interruzione pubblicitaria dei film alla TV, affermava che “non si interrompe un’emozione”?).
Per concludere. Sto recuperando – è un lavoro lungo, occorre posizionare anche tutti i link – i “libri perduti”, e riflettendo sul desiderio, per alcuni di questi, di farne delle recensioni. Sto mettendo a punto un CATALOGO della libreria, un secondo INDICE che rifornirà gli scaffali (si potrebbe andare quasi al raddoppio!): e dai! piano piano riuscirò a costruire la mia Libreria in perdita. Purché mi aiutiate.
Grazie di cuore, ma davvero, a chi è arrivato fino a qui.