
Questo che sto scrivendo è, vuole essere, un ‘hors d’oeuvre’, non nel senso di ‘antipasto’ ma nel senso, letterale, di ‘fuori opera’, ‘fuori pasto’, se vogliamo, se per pasto si vogliono intendere le recensioni, le proposte di lettura, le chiacchierate sulla lettura e dintorni. Giusto per giocare, anche, con le parole, ma non mi viene un altro termine.
Chiamiamolo Fuori Catalogo. E c’è un perché.
Perché questo è il centesimo articolo pubblicato in questo spazio-libreria-virtuale, ancora nuovo ma ormai rodato e che dunque può ben auto-dedicarsi una specie di compleanno: cento articoli e un anno di vita. WordPress potrebbe dire che il blog è stato aperto addirittura nel dicembre del 2013 ma nella realtà non è così: a quella data è stato acquistato lo spazio, mentre l’attività, regolare, salvo qualche prova di stampa, può considerarsi avviata a partire dal 1 aprile 2014: e il tutto era ancora una idea, abbastanza vaga, e forse addirittura bislacca. Che, tuttavia, nella sua vaghezza, traduceva, in piccolo, un sogno nel cassetto di cui racconterò poi.
In quel primo aprile (uno scherzo?) il piccolo progetto di questa libreria è stato raccontato in una breve chiacchierata dal titolo “Sul leggere” e nella Presentazione dal titolo “Benvenuti in libreria!” (per rileggerli clicca qui e qui).
Questi due, sono stati anche i soli articoli sotto i quali ho apposto una firma. Ho pensato, e continuo a pensare, che fintantoché questo è, e continua ad essere, un blog personale, la firma, su ogni articolo o recensione, è inutile: sono sempre io, e il mio nome non ha dopotutto importanza alcuna, vorrei essere, davvero, “la libraia virtuale”, una cui piacerebbe che questa libreria diventasse una cooperazione, a più voci, un ‘nome proprio multiplo’ che, allora sì, potrà nominare più identità ed arricchirsi di firme personali (mia compresa, tra altre) a rappresentare voci diverse, con un Catalogo arricchito e diversificato.
Mi piace pensare che questo potrebbe, possa, diventare un luogo di discussioni, confronto, dove – perché no – dar vita anche a qualche bello scontro: letterario.
La libreria, anche se rodata, è ancora piccola, questo è certo. Occorre ancora tempo. Ma, nel suo piccolo, mi piace poter dire che c’è, inizia ad esserci. E, di questo, devo ringraziare chi legge: libri, ovviamente, e di libri.
E’ il momento, credo, per raccontare il mio sogno. Il genere, sapete bene, è quello di cui ognuno dice ‘il sogno della mia vita sarebbe…sarebbe stato…’. Ed inizia, come per molti, così.
“Se vincessi alla lotteria” tanti ma proprio tanti, tantissimi soldi (cosa impossibile dato che mai ho giocato e mai lo farò, disapprovo profondamente) io so bene cosa ne farei. Aprirei una meravigliosa “Libreria in perdita” (Quando mi è capitato di raccontare il mio sogno ad un librario sono sempre stata interrotta, a questo punto della storia, dall’assicurazione sulla riuscita certa per la parte denominata “in perdita”).
Ma il mio sogno è più complesso: mi sarebbe piaciuto, mi piacerebbe, gestire una libreria lavorando sodo e con molto impegno per farla funzionare alla grande e ricavarne una bella attività, ma potendomi permettere, altrettanto alla grande, di perdere senza dover chiudere (ecco a cosa servirebbero i soldi della vincita!) e pagarmi il lusso di realizzare la libreria che vorrei, di realizzare ‘il dover essere’ di una libreria (vista da me): che non si ponga l’obiettivo di vendere tutto ciò che viene stampato, o per meglio dire di dover forzatamente proporre i libri che vendono per sopravvivere.
La mia “Libreria in perdita” dovrebbe essere dotata di un Catalogo come piace a me, niente manualistica improbabile, new age e quant’altro, magari, certo, anche con una bella sezione ‘letteratura erotica’ ma niente robaccia quale quella che, pare, va per la maggiore senza, mi dicono, neppure essere erotica (non voglio neppure citare titoli, peraltro noti, che dovrebbero essere silenziati). Niente gadget e cianfrusaglie, tutti spazi tolti ai buoni libri, ma magari una piccola ma bella area cartoleria che venda bella carta di pregio, qualche bel quaderno di quelli che dico io, inchiostri di molti colori, matite e materiali per pittura, una cosa così.
Ci dovrà essere una piccola, silenziosa saletta di lettura, qualche comoda poltroncina, due tavolini, dimodoché chi vuole possa fermarsi un po’ a leggere, per decidere un acquisto; e ci dovrà essere anche una piccola buona area ristoro, buon caffè; anche tè, tisane (che personalmente non apprezzo ma un po’ di spazio ai gusti altrui ci vuole); uno spazio per incontri. Tutto piccolo perché, sta nelle cose, la clientela non potrà né dovrà essere molta, ma dovrà appartenere al genere che acquista molto. Ed essendo limitata, sarà una clientela di amici, con cui condividere scelte di lettura, potendo anche prevedere che i libri vengano regalati: se ci si vogliono scegliere i lettori non è pensabile che la possibilità di accoglierli possa venir compromessa dai limiti dei loro budget per acquisti.
Poesia. Ci dovrà essere una buona, e neanche tanto selezionata, area poesia (che vedrà, di conseguenza, molti libri regalati).
E poi…e poi…. Troppo lungo, ma un punto essenziale sono le Case Editrici. Anche senza pensare, ma pensandolo, a precise esclusioni, il fondamentale è la scelta, nel Catalogo di ognuna, di pochi titoli, di modo che anche piccole pregevoli Case Editrici abbiano un equo confronto sul mio piccolo mercato (la realizzazione di un punto di principio! L’inutilità del tutto è a parte).
Un fondamentale è che la mia libreria proporrà unicamente libri che ho letto, o che hanno letto clienti lettori affidabili. Mai vorrò consegnare un prodotto di cui non conosco la qualità. Nessuno lo dovrebbe fare!
Il tutto, lottando per stare sul mercato, lottando furiosamente, di modo che il finire in perdita sia nulla rispetto al risultato raggiunto. E non sia, di principio, neppure detto che avvenga. Dio! Che bello!
E qualora avvenga: dove sta la perdita?
Ovviamente, chiacchierando, mi vengono in mente libri interessanti, a proposito e a sproposito. Domani ne parliamo, massimo dopodomani. Questa di oggi è una chiacchierata a parte, una festicciola di compleanno.