Un’esperienza di transizione alla maturità; e molto altro

ringraziare-tommaso-aramaicoTommaso Aramaico, «Ringraziare», Lazy BOOK 2016.

Augurando il buon Natale, avevo segnalato questo romanzo di Tommaso Aramaico: una lettura molto interessante, di cui sto ancor più apprezzando, nella rilettura, la qualità di scrittura e la struttura narrativa. E il piacere di esplorarne i molti livelli e le diverse aree di interesse che la storia e la sua scrittura offrono.

Una lettura – posso dirlo? – dolorosa, molto, capace tuttavia di risolversi, non magicamente, no, e neppure per il superamento di problemi che si chiudono; semplicemente attraverso una presa d’atto della realtà, dei vincoli e delle risorse. Da cui il titolo.

Ora, ne scrivo mentre sto ancora continuando a rileggere, a spezzoni, proprio per il desiderio di intrecciare le due cose, utilizzando la scrittura come momento che aiuta la riflessione che questa storia, e il modo in cui è narrata, richiedono. Avendo tra le mani, tuttavia, un romanzo capace di trattenere con immediatezza il lettore e farsi leggere, la prima volta, di getto.

La storia. Samuele Muscarà, Sammy, è un giovane, neolaureato in filosofia, il cui sogno è diventare insegnante e che per questo dovrebbe poter proseguire gli studi; tale impegno gli è reso difficile dal fatto di essersi sposato, avere un figlio piccolo, Teo, amatissimo, e una moglie, Lucilla (Lux) che, a due anni dal parto, non esce da una seria depressione. Lux non è in grado né di accudire bene il bambino né di rendersi utilmente attiva per le necessità della famiglia. Sammy deve guadagnare. Deve occuparsi della casa. Deve occuparsi del bambino.

Intorno a lui, una realtà sociale, e familiare, difficili. Un mondo che confligge con i suoi studi e i suoi progetti per sé, che richiederebbero il doverlo, poterlo lasciare. Sammy cerca soluzioni, abborracciate, per assicurare una buona vita alla moglie e al bambino; cerca di risolversi ad abbandonare il proprio progetto di vita, il desiderio di diventare insegnante – senza tuttavia riuscirci. È preso tra due realtà che confliggono: la famiglia – il suo amatissimo Teo e la moglie, anch’essa molto amata – e i suoi progetti per sé.

Sammy è invischiato, per sbarcare il lunario, e integrare i guadagni insufficienti, in attività illegali; è preso in un mondo e all’interno di relazioni malsane, cui appartiene per la propria storia di vita, dentro le quali viene trattenuto e dalle quali viene minacciato. E non sa districarsi da quella che sente come una situazione priva di sbocchi, nella quale chi lo aiuta (l’amico, il fratello, il padre – anche, solo forse) gli chiede implicitamente, in cambio, che non lasci quel mondo, cui appartiene; che non coltivi un sogno diverso.

Sammy si aggrappa a un progetto di riserva, per la cui realizzazione conta sull’aiuto del padre, mentre svolge alcuni lavori, precari e part time: in aiuto al fratello Paride, che gestisce un B&B; come proiezionista al Cinema Jolly, di proprietà del padre di Omar Custero, suo amico d’infanzia, un ragazzone disturbato, segnato da una storia familiare difficile, spacciatore; e, d’estate, presso il campeggio dello zio materno, Sergio Soma, il cui socio è intenzionato a vendere la propria partecipazione. Sammy vorrebbe acquistarla, con un aiuto economico da parte del proprio padre.

Il romanzo segue Sammy durante alcuni giorni nel corso dei quali vive l’apice della crisi; è narrato alla terza persona, e dunque da narratore esterno, che si esprime tuttavia con la voce del vissuto del protagonista, che si fa realtà, creando un mondo, interni ed esterni, e tempi, mentre il lettore segue l’andirivieni di Sammy, tra un impegno e l’altro, tra un incontro e l’altro, e ai suoi occhi appaiono i luoghi, i personaggi e le relazioni che compongono, e costringono, quel mondo.

Il lettore si ritrova così ad essere spettatore, ad osservare un agire del protagonista che crea il set e i personaggi fornendo loro la forma del suo sentire e del suo pensiero.

La risultante è un film, dove i personaggi, e la loro storia, appaiono e assumono sostanza nello scorrere delle sequenze; e sta al lettore-spettatore dedurne chi sono, cosa fanno, quale ruolo svolgono. E lo svolgimento di una trama viene sostituito dall’oggettivazione di un punto di vista interno, che si fa storia; realizzando, agli occhi del lettore, la visione di un personaggio in movimento di cui non si conoscono, momento per momento, la vita, i precedenti, un tempo-luogo, se non per mezzo di flashback che connettono il farsi della narrazione al tempo reale.

Sammy: lo si guarda, lo si ascolta nella sua crisi; meglio: se ne ascolta l’interpretazione del narratore e si cerca la collocazione dei molti personaggi che danno sostanza alla sua figura, creata dalla relazione che intrattiene con loro; se ne mettono a fuoco i ruoli, il chi è chi e le relazioni che li collegano e li vincolano, creando un sistema senza uscita.

È in libro che si legge ((la prima volta) d’un fiato, alle prese con quella che, sentita inizialmente come una difficoltà nel collocare i personaggi nei ruoli e nelle relazioni che li legano, conduce il lettore a vivere dentro il vissuto, confuso su di sé e, appunto, sulle proprie relazioni, del protagonista. Ne risulta una immersione dentro una storia – non storia che, nel corso di alcuni giorni, porterà Sammy a fare il punto sulla propria vita, nel difficile passaggio da una adolescenza protratta, che chiede sostegno, ad un ruolo di adulto, di marito e padre, capace di ancorarsi alla realtà. Passando attraverso devianze nei comportamenti, rischi e paura, di sé e per sé, mentre la realtà sembra chiudere ogni uscita per l’incapacità, l’indisponibilità ad assumerla.

C’è Lucilla, Lux, moglie giovane madre che soffre forse, anche, della difficoltà a trovare con Sammy parole utili da scambiare; che sceglie dunque il silenzio, quale via per comunicare la propria richiesta; c’è l’incapacità di Sammy di tradurre i propri sogni in progetti, tra il tutto e il niente, tra il subito e il mai, dentro una famiglia difficile; ci sono soluzioni fasulle al problema di trovare un’autonomia economica che portano a rischiare sé e i propri cari, molto amati, in comportamenti devianti, più pensati che agiti.

Ci sono, e vengono fatti agire in modo da costruire la realtà di Sammy, <gli altri>: il padre, Cassio, che sta chiudendo il negozio di abbigliamento di proprietà, che si era impegnato a dare una parte del ricavato a Sammy per consentirgli di uscire dalla situazione in cui si trova ma, al dunque, si rende irreperibile. A sua volta ha un piccolo grande sogno-desiderio da realizzare.

C’è Paride, il fratello, che gli dà lavoro, nel B&B che gestisce; e c’è lo zio materno, Sergio Soma, che a sua volta gli dà lavoro, l’estate, nel campeggio di cui è proprietario.

C’è Omar, l’amico d’infanzia, grande grosso tossico e spacciatore. E l’amico Ben, ladruncolo, sbandato, dalla vita fallita, nei cui traffici Sammy è coinvolto. E altri piccoli delinquenti di una piccola società marginale, segnata da una fragile sottocultura anomica.

Ci sono i vicini di casa, il giornalaio Silverio e la moglie. E le piccole grandi storie di tutti, tratteggiate, indicate, per mezzo di poche righe, unicamente degli schizzi, pesanti di realtà e completezza.

C’è tutta una piccola società, sofferente e tuttavia, a suo modo, coesa, i cui membri possono venir interpreti nelle loro difficoltà ma anche nelle risorse, soprattutto di relazione, che sono in grado di esprimere e di offrire.

C’è, sullo sfondo, la Madre – figura centrale, nodo di tutta la storia, della vita stessa; non casualmente indefinita entità minacciosa, respingente e, insieme, fagocitante – grassa e inerte (con il ricordo di una diversità, sempre minacciante la vita del figlio piccolo, inglobato in sé e, per ciò stesso, destinato a una relazione impossibile). Lei è “Soma”, il corpo, la massa, dentro cui un pensiero inespresso si muove, e che alla fine agirà. Verrà fatta agire.

Quando i riti di passaggio sono compiuti si scopre – e la voce sarà quella di Lux – che c’è di che ringraziare; si scoprirà che, infine, si è potuto far conto sugli altri; che i problemi esistono per essere fronteggiati e trovare risposte. Mediate, graduali, reali.

Una scrittura davvero originale. Che chiede una, tante riletture.