Karen Blixen, “Ehrengard”, Adelphi 1979.

Traduzione di Adriana Motti

 

“Una vecchia dama raccontò questa storia.”

Questa mia storia, ella cominciò, è avvenuta centovent’anni or sono (…). (…) Gli uomini e donne che allora contribuirono al suo svolgimento, e per i quali essa fu una questione di vita o di morte, sono tutti scomparsi da un pezzo. Può darsi che adesso, davanti al trono dell’Agnello, si scambino ogni tanto un sorriso e un accenno: “Oh sì! E vi ricordate…?” Le strade e i sentieri lungo i quali essa trascorse sono ormai sommersi dalle erbacce, non si riesce nemmeno a trovarli

Il matrimonio moderno, Karen BlixenKaren Blixen, «Il matrimonio moderno», Adelphi 2013

A cura di Anna Maria Cambieri

 

Eccolo, il piccolo libro di Karen Blixen che mi ero ripromessa di leggere; un centinaio di pagine, un libricino, ne avevo accennato in «A proposito di Karen Blixen»; non scritto, originariamente, per essere dato alla stampa, ma dedicato, indirizzato, al fratello Thomas. Scritto nel 1923, venne ritrovato nel 1977 tra le carte del fratello, che sarebbe morto due anni dopo, nel 1979.

Karen Blixen, Un conflitto irrisolto
Ole Wivel, “Karen Blixen, un conflitto irrisolto”, Iperborea 2002

Strana figura femminile, a ben guardare, quella di Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke. Strana perché unisce, in modo anomalo, i vantaggi di un’appartenenza sociale alla borghesia ricca e colta, che le permise studi, esperienze di vita, una gioventù carica di opportunità, a una vita in qualche modo fuori da quel mondo, pur senza smettere di farne parte, una vita che rimase, nella sua eccezionalità, per così dire appartata.

Il suo rango sociale le consentì, o lei con forza si permise, scelte di vita quali non erano normalmente concesse ad una donna, ad una ragazza la cui infanzia e prima giovinezza erano trascorse nella protetta ed esclusiva tenuta di Rungsted, un piccolo paese a trenta chilometri da Copenhagen.

Karen Blixen, La mia AfricaKaren Blixen, “La mia Africa”, Feltrinelli 1986

In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong”. L’incipit mostra da subito di cosa si parla, mostra la prima persona e la forma del racconto; lo fa con un scrittura pulita, che scorrerà limpida, mai tormentata, anche se la storia della vita in Africa della danese Karen Blixen – dal 1913 al 1931 – è, con la storia della felicità che si prova trovando il proprio posto nel mondo, intrisa di grande dolore e, alla fine, di un grande rimpianto. E’ una storia che terminerà nello sradicamento, e che si era svolta, anche, nella malattia e nella sofferenza: di cui nel libro non si parla, quantomeno non degli avvenimenti che hanno segnato e reso difficile la vita in Africa di Karen Blixen, Tanne per gli amici. Il suo sguardo è sempre rivolto all’esterno, a dirci la bellezza di quei paesaggi, di quel mondo, di quei popoli. Mostrandoceli dall’interno.

Karen-Blixen
Karen Blixen

Nel frattempo, sono avviluppata dentro scelte di letture multiple, poco produttive; non sapendo bene, non riuscendo a riconoscere il desiderio-bisogno del momento, rischio di sprecare dei buonissimi libri leggendoli al tempo sbagliato. Sto rincorrendo riletture: cerco di andare sul sicuro – e fingo di non sapere che la cosa non funziona così, proprio no, anche la rilettura necessita del suo giusto tempo; ogni libro, sempre, necessita di venir ri-creato da chi lo legge, e ogni lettura è unica. Non si legge due volte lo stesso libro, così come non leggeranno lo stesso libro due persone diverse.