Kurt Vonnegut, “Perle ai porci, o Dio la benedica Mr. Rosewater”, Feltrinelli 2015

Leggere Vonnegut è sempre un’esperienza speciale. Si tratta di un autore prolifico che, dalla vetta di un’opera quale “Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini” (qui) ci ha lasciato opere caratterizzate, allo stesso livello, da un linguaggio agile, discorsivo, segnato da un fondo di umorismo che potrebbe essere definito solo dall’aggettivo “buono”; e da un messaggio carico di empatia per le persone, pur senza alcuna cecità verso i loro comportamenti.

Aprendo il libro, ci verrà detto da subito, quale incipit, che…

Avevo variamente e vagamente riflettuto sul fatto che “la lettura non è separabile da un “dove”, da un luogo – e soprattutto non da quel “dove” assoluto che è il mio ubi consistam, che viene con me ovunque io vada e che non mi può lasciare, con i connessi legami alla mia terra, alle mie relazioni, alla mia lingua.” (qui, e scusate l’autocitazione)

Ora, credo di non essere sola nel sentire un pericolo, l’attesa di un disfacimento dei nostri giorni, intesi come storia, lingua, cultura, comunità che si riconosce e, a partire da questo, riconosce e incontra altri.

La domanda non ha a che fare con un qualsivoglia confronto di <realtà>. Ha a che fare con un <racconto> che solo, se condiviso, può dar luogo ad un Noi, ad una comunità in cui vi sia reciproco riconoscimento. Vale per il singolo e vale per il gruppo: ciò che importa è, sempre, il racconto condiviso da trasmettere quale immagine di sé e di noi. Scegliendo, in coerenza, comportamenti e obiettivi che lo confermino. Sta tutto qua, credo.

Pier Paolo PasoliniGiorno dei Morti. A ciascuno i suoi, e ad ognuno di loro un diverso rimanere in vita, che non vale dire ‘nel ricordo’ perché non è così. Quantomeno, non è solo così, e tanti sono i modi della vita, così come tanti sono i modi dell’essere morti. Ci sono i morti vivi e i morti morti. Basta guardare i giornali, dove le morti si fanno numero.

Ci sono coloro che non muoiono, mai, pur nei limiti che il ‘mai’ porta con sé; e coloro che sono morti per qualcuno e vivono per e con altri. Senza scomodare i Grandi della storia (penso alla storia della parola, del pensiero, della fantasia, dell’immaginario), la morte di David Wallace resta, per me, senza consolazione; e mi manca, proprio nel quotidiano, la possibilità di ascoltare ancora Kurt Vonnegut parlare e raccontare altre storie; mi mancano i loro nuovi libri che non leggerò. Arrivo a rimproverarli per questo. Poi mi accorgo che mi sbaglio, sono vivi, e i nuovi libri stanno dentro quelli che ancora leggo e rileggo, e la loro voce parla, dice cose nuove alla nuova persona che ogni giorno sono io, essendo morto il mio ieri per dar vita al mio oggi. Diverso.

pacmanErnest Cline, “Player one”, Isbn Edizioni 2011Player one

Un libro di piacevole lettura, che si legge d’un fiato, anche se di dimensione molto più che dignitosa – fanno più o meno seicento pagine. Un libro interessante. E un libro divertente.

Stava da tempo in attesa, prestito di un amico che costituisce il mio riferimento per quel po’ di ‘geek’ che oggi è necessario mettere nel proprio bagaglio culturale, per non essere classificati (a torto o a ragione, ma ovviamente un po’ a ragione) tra gli imbranati incapaci di leggere il mondo in cui vivono.

mattatoio n 5Kurt Vonnegut, “Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini”, Feltrinelli 2014

Leggere questo libro, rileggerlo è un’emozione che non saprò descrivere. So di non poter restituire la dolcezza, proprio la dolcezza, con cui Vonnegut ripercorre e trasmuta, per potercene parlare, e per poter non tradirli, i suoi ricordi del bombardamento della città di Dresda.

E, non so come possa avvenire, ma è ‘dolcezza’ la parola che descrive l’emozione dell’orrore e dell’affetto, assurdamente uniti, che uno che c’era ci consegna, per tutti noi, per tutte le vittime, e per chi ha avuto la sfortuna di sopravvivere, e per chi ha avuto il destino di essere colpevole, per l’impossibilità, per chiunque, dell’innocenza, e per il fatto che ‘così va la vita’, seguendo il refrain che percorre tutto il libro.