RicordiNon so come dire, ma il settembre che si approssima porta con sé il senso di un inizio, di un tempo che, nell’attesa, prelude a qualcosa di nuovo.

Saranno lontani echi scolastici, il nuovo anno che iniziava, l’acquisto dei nuovi libri, la curiosità che ce li faceva scorrere e leggere saltabeccando tra notizie e nozioni cariche di attesa, poesie e racconti qua e là, tanto interessanti quanto sarebbero stati poi fonte di quotidiana noia; quel particolare modo del calendario che ci ha accompagnato se non lungo la maggior parte della nostra vita certamente nel corso della più intensa, di anni che hanno segnato in maniera indelebile il nostro diventare adulti.

James DeanCaldo: tanto, troppo, quantomeno per chi, come me, non lo ama. Il libro che sto leggendo è interessante e anche adatto, sì, può essere letto un po’ a spezzoni, anzi, è la sua cifra: il che, con queste temperature, va bene.

Wu Ming 1, “Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della guera granda”, Rizzoli 2015. Il tema degli esiti, ancora operanti, delle grandi guerre del ‘900, in particolare per il territorio del nord-est italiano, aperto dal libro di Paolo Rumiz, mi sta ancora trattenendo, altri aspetti dello stesso tema.

Una lettura particolare, una riflessione che, partendo dalla grande guerra e dalla fine dei grandi imperi, correla fatti, resoconti di avvenimenti recenti, apparentemente i più diversi; costruisce ipotesi di lettura, avanza suggestioni.

PraderadegoCaldo afoso e gita in libreria. Una sola libreria visitata, “Canova”, dopodiché il sole a picco ha consigliato il rientro a casa. Tuttavia, una gita abbastanza soddisfacente. Due libri. Un terzo lo dovrò ordinare perché, datato due anni fa, ovviamente non è più reperibile (quanto mi fa arrabbiare questa cosa!). Comprendo bene il problema, facciamo il gioco delle frasi fatte e diciamo che “lo spazio è tiranno”. Diciamo anche che, come tutte le frasi fatte, anche questa esprime, al fondo, una verità e una sciocchezza congiunte: lo spazio è, per definizione, insieme al tempo, il luogo della libertà: dipende da come si sceglie di utilizzarlo. Sono in ogni modo costretta a riflettere, a mio scorno, sulla mia pretesa di trovare una libreria che si faccia carico di tenere i libri che <io> scelgo, disponibili quando <io> li voglio, il che peraltro non corrisponde quasi mai a quando vengono editati dato che, rispetto alla nuova uscita, sto comunque leggendo qualcos’altro e ho in corso il mio arretrato di letture desiderate. Lasciamo perdere. Onore al libraio, che lo merita. Mestiere difficile.

Nazim Hikmet 1901 - 1963Terminata la rilettura, estemporanea e un po’ frenetica, di “Il signore degli Anelli”, mi sono accorta che, a seguito di “Sul Grappa dopo la vittoria” non ero in grado di leggere il libro che avevo in attesa, vale a dire “Come cavalli che dormono in piedi”, di Paolo Rumiz, una storia che mi avrebbe ricondotto dentro l’”inutile strage” della Grande Guerra, per usare le parole di papa Benedetto XV.

Sul Grappa dopo la vittoriaPaolo Malaguti, “Sul Grappa dopo la vittoria”, editore Santi Quaranta 2014 (quinta edizione)

Non so perché ho atteso tanto a leggere questo libro, per il quale ogni momento sarebbe stato quello giusto. In ogni momento vi è, da qualche parte, una guerra, un dopoguerra; e ora la guerra si è avvicinata a noi. Forse questo è dunque il momento giusto, quello in cui qualcuno, oggi, parla come se avesse “voglia di inzupparsi di nuovo gli scarponi nel sangue”. O farli inzuppare agli altri dato che, solitamente, chi propaganda la guerra non è chi poi viene mandato a farla.

Come cavalli che dormono in piediCi sono libri sparsi intorno a me, acquisti recenti e non, che hanno tuttavia aspettato il momento giusto perché qualcos’altro ha attirato la mia attenzione e il mio desiderio ma che hanno mantenuto un loro posto nelle mie attese. Credo sia venuto il loro momento, dopo la prossima recensione del libro di Michaël Uras, “Io e Proust” che avevo preannunciato.

Avevo già accennato a due di questi libri in attesa, nelle letture di dicembre, ma mi ripeto volentieri magari iniziando a darne qualche informazione per chi già non li conosce e potrebbe cominciarne la lettura senza aspettare me, giusto?

J. Mainard Keynes. Speranze tradite 1883 - 1920Ho infine ho compiuto la mia gita in libreria in modo soddisfacente. Si trattava di scegliere una libreria, se vogliamo definirla così, di nicchia, pregevole: Editrice SS Quaranta di Treviso. Ne ho ricavato un bottino originale. Val la pena di farne la storia, partendo da una premessa: questa libreria tiene anche vecchie scelte edizioni di libri che non si trovano più, o si trovano con difficoltà, o sono edizioni fuori commercio.

Entro nella libreria, che è molto piccola, per cui si incontra immediatamente il banchetto dei libri: e infatti l’occhio trova subito un bel volumone, Bollati Boringhieri, 500 pagine, sovracopertina bianca, titolo “John Maynard Keynes. Speranze tradite. 1883 – 1920” di Robert Skidelsky. E in questi giorni io sto leggendo, di Keynes,Il grande crollo”: lettura pomeridiana, di grande soddisfazione.