Paul_AusterSiri_HustvedtSono la coppia indiscussa della letteratura americana contemporanea e una coppia dalle caratteristiche intriganti.

Sposati dal 1981, per lui è stato il secondo matrimonio, il lavoro sembra unirli, nella diversità di cifra della scrittura di ognuno, che rivela tuttavia, mi pare, una forte contaminazione così come forti sono gli interessi comuni, alcune tematiche che ritornano nelle loro scritture.

Diversissima è l’immaginazione dell’uno e dell’altra, diversissima la struttura delle loro opere.

Paul Auster, “L’invenzione della solitudine”, Einaudi 1997

L'invenzione della solitudineHo scelto di leggere, e poi proporre, quest’opera di Paul Auster non avendo finora letto nulla di questo autore (uno tra i grandi della letteratura americana contemporanea) e mi domando cosa me ne ha fatto sempre rinviare la lettura. Domanda peregrina, mentre invece so bene cosa mi ha portato a scegliere di leggerlo ora: il fatto che si tratta del marito di Siri Hustvedt e il fatto che lei venga presentata, sia stata presentata (credo e spero non lo sia più) come ‘moglie di’ ha mosso la mia voglia di andare a vedere.

Quelo che ho amatoSiri Hustvedt, “Quello che ho amato”, Einaudi 2004

Quello che ho amato” è uno dei primi romanzi di questa autrice, qualcuno dice il più bello, pubblicati in Italia.

La storia si svolge a New York. Leo Hertzberg, voce narrante, è un critico e professore di storia dell’arte, affetto da problemi di vista che lo condurranno nel tempo alla quasi cecità. Nato a Berlino, è figlio di ebrei tedeschi fuggiti nel 1933 dalla Germania nazista, dove invece hanno scelto di rimanere una nonna e la famiglia degli zii, con le due figlie gemelle, Anna e Ruth. “Furono tutti assassinati. Custodisco la loro fotografia nel cassetto”. Leo aveva cinque anni quando la sua famiglia abbandonò Berlino, e la loro casa, più volte ricordata, di Mommsenstraße 11.

L'estate senza uominiSiri Hustvedt, “L’estate senza uomini”, Einaudi 2013

 Incipit: “Qualche tempo dopo che lui aveva detto la parola ‘Pausa’, impazzii e finii in ospedale. Non aveva detto “Non voglio vederti mai più”, oppure “E’ finita” ma dopo trent’anni di matrimonio ‘Pausa’ bastò a trasformarmi in una matta i cui pensieri si scontravano esplodendo e rimbalzando come pop corn nel microonde”.

Il seguito è leggerezza e profondità, sorriso e ironia lieve, dolore buono, se si può dire così, e persino allegria. Ed è corporeità. Buona e integra.

Vienna. Casa Wittgenstein oggi.
Vienna. Casa Wittgenstein oggi.

Comincerò con due chiacchiere, perché mi va bene così, ne ho voglia (è un buon motivo) e perché credo siano congrue con questo spazio. Saranno chiacchiere sulla lettura, naturalmente, anzi, sull’attività del leggere, che è di tanti tipi, e così dev’essere se non vogliamo cadere in quella specie di figura retorica che è il recensore-tipo, intellettuale (crede lui) e poco capace di godere di quello che fa, cioè leggere, riflettere su ciò che legge e scriverne: poi non è così, questo tipo non esiste, ma esiste lo stereotipo, ed è, tra l’altro, maschile. Il che ha a che fare con quello di cui racconterò poi su uno dei libri che sto leggendo e di cui parlerò.

Incontro con Duccio Demetrio , venerdì 17 ott. 2014, alla Biblioteca di Treviso
Incontro con Duccio Demetrio, venerdì 17 ott. 2014, alla Biblioteca di Treviso

Nei miei desideri, i temi di questa chiacchierata dovevano riguardare, con una breve esposizione della nuova scorta di letture in programma, anche un breve resoconto sul “Carta Carbone Festival letterario”, dal tema “Autobiografia e dintorni”, che si è svolto a Treviso nel corso dell’ultimo fine settimana, organizzato dall’ ”Associazione Culturale Nina Vola”.

A sangue freddoHo terminato, per ora, il mio piccolo giro nella narrativa americana. Per la verità, avendo trovato in quest’area libri davvero molto interessanti, so che non sono propriamente le ‘mie’ letture: frequentarli mi fa accorgere del mio legame preferenziale con la letteratura europea e con la sua specificità. Ovvio vero? Ma non quanto si può pensare. Oggi frequentiamo tutti scrittori e storie di altre parti del mondo, qualcuna più qualcuna meno.