Enormi cambiamenti all'ultimo momentoMi sto facendo alcune domande: a proposito di Case Editrici Italiane – ho accennato al tema nell’ultimo Parliamone (Maggio: ai libri e agli editori capitano tante cose) – ma anche a proposito di attività quali quella di recensire, proporre la lettura di un libro.

Partendo dal primo tema: ho dato una scorsa alle Case Editrici dei libri che ho proposto. Ero curiosa di vedere se si evidenziavano significative prevalenze o esclusioni, cose così.

Si tratta di 22 Case editrici per, ad oggi, 56 libri (anche se i libri proposti sono in numero maggiore; di alcuni ho scritto, proponendone la lettura, commentandoli brevemente in questa rubrica, senza recensirli). Sono stati scelti in base, come spesso detto, al mio apprezzamento e al fatto che ‘uno tira l’altro’, al fatto che gli argomenti, gli autori, si richiamano, o per un consiglio ricevuto; non sono stati sicuramente scelti in base alla Casa Editrice che li ha pubblicati né, che so, a classifiche di vendita.

Maggio quasi impone il parlare di editoria: è il mese del Salone del Libro di Torino; è stato preceduto dalla “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autoreRuth Rendell 2007che si è, diciamo pure, celebrata, come avviene ogni anno, il 23 aprile scorso; in Italia siamo in attesa di vedere, capire, cosa succederà nel nostro piccolo mondo della grande editoria, qualora vada in porto l’acquisto (non è già accaduto, vero?) di RCS Libri da parte di Mondadori; ne sappiamo poco tutti, vero? Non credo di essere solo io. Ciò di cui siamo stati informati è che, in questa evenienza, si avrà “la formazione di un gruppo che controlla quasi il 40 per cento del settore editoriale trade (narrativa e saggistica) e il 25 per cento della scolastica, quindi con un’enorme forza di proposta e contrattazione nei vari ambiti legati al libro”.[1]

Ordine internamento
L’Ordine Esecutivo 9066, emesso il 19 febbraio 1942 dal 32esimo presidente degli Stati Uniti d’America Franklin Delano Roosevelt, decretava che tutti i residenti sul territorio degli Stati Uniti di origine giapponese, anche se nati in territorio americano, dovevano essere rinchiusi in un campo di concentramento. In: http://www.youkosoitalia.net/storia-giapponese/i-nisei-americani-e-lordine-esecutivo-9066/

Avevo segnalato, in Racconti, letture del tempo lento, tra la narrativa in attesa di lettura, il romanzo di David GutersonLa neve cade sui cedri”. Lo sto leggendo, lettura notturna.

Questa, infatti, non è una recensione. Ne parlo qui, brevemente, perché, rispetto a questo libro, mi si pone il problema della sua difficile reperibilità. Diciamo che, quantomeno, occorre cercarlo; magari lo si può trovare in biblioteca. Io, come ho raccontato, ne ho trovato una copia di seconda mano. E’ un libro interessante, e non solo o non tanto per il fatto di essere un buon thriller.

Un angelo alla mia tavolaDopo aver recensito i bellissimi racconti di Peter Cameron di “Paura della matematica”, o meglio prima di farlo, ho dovuto prender nota del fatto che si tratta del primo libro di racconti di cui mi occupo in questo spazio.

La verità, ovvia, è che ne ero perfettamente consapevole; qua e là, mi era capitato di parlare di racconti, e di desiderare di farlo, di desiderare di proporne. Ricordo di averne citato alcuni che ho molto amato, storie fantastiche – “Bartleby lo scrivano”, di Herman Melville, “Le morti concentriche” di Jack London, “25 agosto 1983 e altri racconti” di Jorge Luis Borges – limitandomi, tuttavia, a darne indicazione, a condividere ricordi, senza proporne davvero la lettura.

La neve cade sui cedriIn questi giorni di festa sono  riuscita a regalarmi un piccolo passaggio in libreria, riportandone, purtroppo, solo un volumetto della Sellerio – “La crisi in giallo” – un raccolta di racconti di autori italiani, tra i quali uno di Marco Malvaldi (un passaggio al bar Lume, a far due chiacchiere con i vecchietti, non si può perdere: per chi non conoscesse la serie, raccomando vivamente di prendere i dovuti provvedimenti e leggersi le storie nel giusto ordine di pubblicazione. Un godimento assoluto).

La paura del laicoOra, vorrei ritornare sul tema “Librerie”, già trattato in passato, per parlare, nel mio piccolo, dei mutamenti che sta avendo il mercato del libro. Mi piacerebbe un confronto, per capire se sono preda di ubbie o se quello che vedo accadere è reale.

Mentre da ogni parte si parla della difficoltà delle librerie a sopravvivere, a me pare si sia in presenza di qualcosa di diverso, di un mutamento del target cui si rivolge il mercato del libro, che sta espellendo dalle librerie ‘Il Lettore’. Contraddizione in termini, mi direte. Beh, per quello che vale, Conan Doyle faceva dire a Sherlock Holmes che “dopo aver eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità”.

 Anaïs Nin e Henry Miller
Anaïs Nin e Henry Miller

Ho chiuso l’ultima chiacchierata dicendo che, nel divagare, mi venivano in mente libri interessanti, a proposito e a sproposito. E’ qualcosa che capita di frequente, credo, a tutti coloro che leggono. Si parla, o si scrive, di questo e di quello ed è difficile che, da qualche parte, non affiori un rimando, la sensazione di aver letto qualcosa in proposito, il ricordo di una frase, il dubbio di star utilizzando, del tutto fuori contesto, qualcosa che si è letto non si sa dove; magari solo una forma proposizionale, una unità di discorso non nostra, non dico una citazione, proprio frasi, o parti di argomento, cose così; non si sa bene se ciò che stiamo scrivendo, o dicendo, ci appartenga del tutto o non sia <rubato> ad altri, se sia cosa reinterpretata, divenuta nostra.

John Stuart Mill
John Stuart Mill

Negli ultimi mesi ho fatto una vera abbuffata di narrativa, di libri che ho apprezzato moltissimo. Sento una forma di speranza, quando un libro mi regala pensieri e mi aiuta nel bisogno di interpretare ciò che avviene in me e nel mondo che abito. Perché è così: un buon libro può dare persino una sensazione di rinascita, come se ci venisse offerta l’opportunità di un nuovo inizio.

Ora, tuttavia, e forse proprio perché il nutrimento è stato sufficiente, credo sia il momento, mentre le cose lette, le sensazioni, le emozioni, si sedimentano, di lasciare la narrativa per altri generi che, ultimamente, ho solo spiluccato, lasciato in attesa, ancora trattenuta da ciò che stavo assaporando.

Nazim Hikmet 1901 - 1963Terminata la rilettura, estemporanea e un po’ frenetica, di “Il signore degli Anelli”, mi sono accorta che, a seguito di “Sul Grappa dopo la vittoria” non ero in grado di leggere il libro che avevo in attesa, vale a dire “Come cavalli che dormono in piedi”, di Paolo Rumiz, una storia che mi avrebbe ricondotto dentro l’”inutile strage” della Grande Guerra, per usare le parole di papa Benedetto XV.

il signore degli anelliQuesta chiacchierata non può che titolarsi così: “Intermezzo”. Perché i giorni della mia ultima settimana, dal punto di vista della lettura, sono stati particolari. E qui, ora, non posso far altro che raccontare e trarne qualcosa.

Dunque. Stavo terminando la lettura di “Sul Grappa dopo la vittoria”, libro che mi aveva entusiasmato fin dalle prime pagine, quando ancora non mi aspettavo quello che ho poi incontrato, la “potenza” delle pagine centrali, quello sguardo senza difesa sulla montagna devastata, sui morti, sull’abbandono e l’orrore. Lo ripeto: un grande libro, di cui solo dopo averlo terminato mi sono resa conto che la voce narrante non era quella di un anziano reduce (“Sono venuto al mondo il 13 luglio 1908”) ma la creazione, forse la restituzione, da parte di una voce che appartiene alla generazione dei pronipoti. Grande.