Agota Kristof, “La trilogia della città di K”, Einaudi 2014
“Si trovano in camera nella casa della gioventù. Claus scioglie il cordino con cui è legato il suo vecchio cappotto. Posa cinque quaderni sul tavolo. Peter li apre uno dopo l’altro.”
“Sono veramente curioso di sapere cosa contengono questi quaderni. E’ una specie di diario?”
Claus dice:
“No, sono delle menzogne.”“Delle menzogne?”
“Sì, delle cose inventate. Delle storie che non sono vere ma potrebbero esserlo.”
Scelgo di cominciare dalla fine, dal punto in cui (“La Terza Menzogna“) si avvia lo scioglimento della storia, se così si può dire, perché niente, in questa storia, è costruito per essere sciolto.