Bene. Eccomi qui con una piccola (per ora) scorta di nuovi libri. Non è completa. Occorre girare per qualche altra libreria.
Nel frattempo, sto leggendo (in e-book: seguirà acquisto) “Un segno invisibile e mio” di Aimée Bender. Per la verità, lo sto ri-leggendo. La prima lettura mi aveva lasciata perplessa, un apprezzamento discontinuo, ma comunque apprezzamento. Sentivo, tuttavia, il rischio di lasciare a metà il libro che non mi provocava, come solitamente mi succede, la ricerca spasmodica di tempo per continuare la lettura, per non essere interrotta, disturbata. Dunque: in prima lettura temo di averlo leggiucchiato, consapevole, tuttavia, che meritava altro. Richiedeva una nuova lettura, forse più attenta? Forse al momento giusto? Capita, per così dire, di ‘perdere’ un libro interessante per i più diversi inciampi che interferiscono con la lettura. Per quanto riguarda questo libro, un fattore può essere stato proprio l’e-book, che, in questo caso, era stato la scelta di un acquisto passatempo, un acquisto non meditato, – visto il libro, detto toh! Potrebbe andare, stasera non ho niente che mi vada da leggere, ma sì. Click! Ora penso che ne farò una recensione, vedremo, e credo che leggerò altro dell’autrice.
Nota a margine: mi ha colpito l’immagine di copertina, e la falsa somiglianza, nella totale diversità, con la copertina di “Verso un’altra estate”. Vero: celare, timidamente, un fiore con le mani dietro le spalle e nascondere, dietro le spalle, un’ascia, non si equivalgono. E però! Le due autrici sono, con ogni evidenza, quanto di più diverso uno possa immaginare, per storia, epoca di vita, scrittura, tutto. Eppure.